Nella provincia di Agrigento, l’uso di stupefacenti tra i giovani è un’emergenza che continua a crescere, con Canicattì e Naro tra i centri più colpiti. Adolescenti e ventenni sono sempre più coinvolti in un circolo vizioso di consumo, spaccio e microcriminalità, tra marijuana, hashish, cocaina e crack, lasciando famiglie e comunità in uno stato di esasperazione e paura costante.
L’età di iniziazione è scesa intorno ai 14-16 anni, con cannabis come sostanza d’esordio, spesso consumata in gruppi vicino alle scuole o in zone isolate. A Canicattì, il crack sta guadagnando terreno tra i giovanissimi, con operazioni che hanno documentato centinaia di cessioni in pochi mesi, spesso gestite da ragazzi tra i 20 e i 30 anni. Nel 2025, blitz hanno portato a arresti di minorenni per spaccio in discoteca o possesso alla guida, con segnalazioni alla Prefettura per neo-patentati sorpresi con dosi. La microcriminalità segue: furti in abitazioni, scippi e rapine per finanziare l’acquisto, con gruppi di adolescenti che organizzano raid notturni.
A Naro, il consumo si concentra in aree periferiche e campagne, con giovani che evolvono da droghe leggere a cocaina o eroina. Operazioni recenti hanno coinvolto residenti locali in reti di spaccio collegate a Palermo, con sequestri di armi e stupefacenti in case di ventenni. Qui, la microcriminalità giovanile si manifesta in vandalismi e furti agricoli, spesso commessi sotto effetto di sostanze.
L’esasperazione dei cittadini è al massimo: genitori denunciano notti insonni per figli dipendenti, commercianti chiudono presto per paura di rapine, residenti organizzano petizioni per più controlli. “Le piazze sono terre di nessuno, i nostri ragazzi si perdono nella droga e nei furti”, è il grido comune, con appelli per centri giovanili e prevenzione.
Le reazioni politiche non si fanno attendere. A Canicattì, il sindaco Vincenzo Corbo ha più volte condannato il fenomeno definendolo “una piaga che ruba il futuro ai nostri ragazzi”. Consiglieri comunali spingono per ordinanze anti-spaccio, con dibattiti accesi in aula su videosorveglianza e collaborazione con Prefettura. Politici provinciali, come deputati regionali, invocano risorse dal governo per contrastare il traffico, criticando la mancanza di prevenzione che lascia i giovani esposti.
Le forze dell’ordine sono in prima linea: Carabinieri e Polizia hanno intensificato blitz nel 2025, con operazioni come “Cannabis Light” a dicembre, che ha portato a 384 arresti nazionali, inclusi giovani agrigentini per spaccio di cannabinoidi. A Canicattì, controlli stradali hanno fermato decine di minorenni con dosi; a Naro, perquisizioni hanno sequestrato armi e stupefacenti in case di ventenni. La Guardia di Finanza monitora flussi finanziari legati allo spaccio.
L’impatto sui giovani è devastante: dipendenza cronica, problemi scolastici, famiglie distrutte e un futuro ipotecato da reati.
E proprio negli ultimi giorni Canicattì è stata colpita da un’ondata di furti: nella notte tra il 22 e il 23 dicembre, una spaccata alla tabaccheria Bellavia in Corso Umberto, con auto usata come ariete (poi ritrovata carbonizzata a Racalmuto); rapine a bar-pasticcerie e panifici con mazze da baseball; furti in abitazioni con bottini di migliaia di euro in contanti e gioielli. Tre rapine in pochi giorni e un’impennata di effrazioni nel centro e in periferia, che i cittadini collegano alla necessità di denaro per droga.