martello-due2Saranno interrogati lunedì mattina dal giudice per le indagini preliminari gli otto arrestati dell’operazione antimafia “Apocalisse”, eseguita dai carabinieri nel “feudo” del capomafia della provincia, Giuseppe Falsone.I presunti fiancheggiatori del boss latitante, prenderanno parte all’interrogatorio di garanzia, assistiti dai loro avvocati che ancora in gran parte non hanno ricevuto copia delle ordinanze di custodia cautelare, in possesso degli indagati in carcere.

Intanto, bloccato per ora il pericolo di inquinamento probatorio, gli inquirenti stanno passando al setaccio tutta la documentazione sequestrata nelle aziende alle quali sono state apposte i sigilli, per cercare nuove prove per il castello accusatorio della Direzione Distrettuale Antimafia.

Secondo le intercettazioni però, alcuni degli arrestati di ieri, già alla notizia del pentimento del narese Giuseppe Sardino, braccio destro di Falsone, fecero di tutto per occultare elementi che potessero attestare la loro partecipazione nell’organizzazione criminale. Uno degli indagati, il canicattinese Diego Lo Giudice, secondo l’accusa, rase addirittura al suolo una villetta tra Riesi e Ravanusa che ospitò il padrino campobellese.

Molto controversa poi la questione della discarica di Campobello di Licata, costata un prezzo record al Comune e situata per metà in appezzamenti riconducibili alla famiglia Falsone. In merito, Giuseppe Lumia, della commissione parlamentare antimafia, ha chiesto all’ente di costituirsi parte civile al futuro processo e inoltre, di vigilare su tutte le attività e impedire che la mafia possa controllare e bloccare le grandi potenzialità sociali e produttive presenti a Campobello, anche invitando, ad esempio, gli imprenditori che subiscono il pizzo a denunciare i loro estorsori.