È stata trovata morta, nelle campagne di Trapani, nella contrada di Zafarana, la donna scomparsa ieri pomeriggio: Maria Anastasi di 39 anni, madre di tre figli e incinta di 9 mesi. A denunciare la scomparsa ieri sera era stato il marito. La sua versione dei fatti però non ha convinto i carabinieri. L’attenzione degli investigatori è puntata proprio sul coniuge, Salvatore Savalli.

Il corpo, che è parzialmente carbonizzato, era riverso a terra in aperta campagna. I magistrati, che non credono alla versione del marito della donna, stanno cercando di ricostruire i rapporti tra i due coniugi anche sentendo testimoni. L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Trapani Marcello Viola.

La donna, ieri pomeriggio, era in macchina con il marito in località Tangi, una frazione di Erice. L’uomo ha raccontato ai carabinieri di essersi fermato in aperta campagna per soddisfare un bisogno fisiologico e di non aver più trovato la moglie al suo ritorno.

Salvatore Savalli, 39 anni, operaio in una segheria di marmo, si trova al comando provinciale dei carabinieri di Trapani dove viene interrogato da ore dagli inquirenti. L’uomo è sospettato del delitto. La pista privilegiata dagli investigatori è quella della gelosia che si sarebbe accentuata durante la gravidanza della vittima, incinta di 9 mesi.

L’abitazione della coppia, in via Dell’Angelo, è presidiata dai carabinieri, in attesa di una perquisizione. A casa non c’è nessuno: i tre figli rispettivamente di 16, 15 e 13 anni, sono ospitati da parenti. Anche loro saranno ascoltati nelle prossime ore.

Il cadavere della donna è stato scoperto a più di 20 chilometri di distanza da Tangi, dove il marito aveva raccontato di aver perso le sue tracce. È stata una telefonata anonima a indicare la presenza del corpo ai carabinieri.

L’esame medico legale non ha ancora accertato le cause della morte. Secondo gli inquirenti, comunque, la donna sarebbe stata assassinata in un luogo diverso da quello in cui è stato trovato il cadavere: una stretta stradina di campagna. Sono in corso rilievi della Scientifica sull’auto del marito.

Dopo molte ore di racconti pieni di contraddizioni e mezze verità poco credibili è stato disposto il fermo, con l’accusa di omicidio, di Salvatore Savelli, 39 anni, sospettato di avere assassinato la moglie, Maria Anastasi, incinta al nono mese, spaccandole la testa e dandole fuoco.

L’uomo, interrogato per ore dai magistrati, coordinati dal procuratore Marcello Viola, ha fornito versioni contrastanti, mentre le indagini svelavano inquietanti episodi di sopraffazione, quali l’aver imposto alla moglie incinta e ai loro tre figli la presenza in casa della sua amante.

Savelli, in un primo momento, ha raccontato ai carabinieri di essersi trovato in auto, nelle campagne di Erice (Trapani) con la moglie e i tre figli adolescenti, e di essere sceso dalla macchina per accompagnarli a fare pipì. Allontanatosi dal veicolo, avrebbe sentito lo sportello della macchina richiudersi e, tornato dov’era parcheggiata, non avrebbe più trovato né l’auto né la moglie.

La versione dell’uomo è stata smentita dai figli, che il padre aveva convinti a confermare il suo racconto, ma che, in realtà, non erano con i genitori al momento della scomparsa della madre.

Di fronte alla contestazione degli inquirenti, l’uomo ha cambiato versione e ha detto di essere andato nella campagna insieme alla moglie, che doveva incontrare il suo amante per interrompere la relazione extraconiugale che la donna aveva da tempo. L’ennesima menzogna, secondo gli inquirenti, che hanno accertato che ad avere una storia parallela era l’uomo, che da mesi aveva imposto alla moglie e ai figli la convivenza con l’ amante, che era andata a vivere nella loro casa.

Secondo quanto ricostruito dai pm, dunque, l’assassino si sarebbe allontanato in auto con la moglie (tra i due i rapporti erano molto tesi proprio per la presenza in casa dell’amante dell’uomo) e dopo l’ennesima lite l’avrebbe colpita verosimilmente con un bastone alla testa, l’avrebbe tramortita e poi avrebbe dato fuoco al corpo.

Il cadavere è stato ritrovato ad una ventina di chilometri di distanza dal luogo indicato dal fermato come quello dell’ultimo incontro con la moglie. A confermare l’esistenza del rapporto extraconiugale del presunto assassino è stata la stessa amante, sentita dai carabinieri. Il provvedimento di fermo, disposto dal procuratore Marcello Viola, dovrà essere convalidato nelle prossime ore dal gip di Trapani.