terremotoRoma, 8 apr. (Adnkronos Salute) – La psiche degli italiani è messa a dura prova, in questi giorni, non solo dallo sciame sismico che ha colpito l’Abruzzo. “Questa ‘veglia mediatica’, che documenta attimo per attimo morti, feriti, crolli e devastazioni a suon di immagini, amplifica l’ansia di chi guarda. Una tragedia ‘live h24’ che rischia di scatenare una fobia collettiva negli spettatori, catapultati sul luogo del disastro”. Lo sostiene Rosario Sorrentino, neurologo e direttore dell’Ircap (istituto di ricerca e cura degli attacchi di panico) alla clinica Pio XI di Roma, che punta il dito sui media.

Le immagini più crude, infatti, arrivano fin nel profondo della nostra psiche. “Guardando in questi giorni la televisione molti vengono catapultati sui luoghi del disastro, così all’improvviso si sentono destabilizzati e sradicati. Ma soprattutto ancora in pericolo, perché la terra continua a tremare”. Ma allora in che modo si può raccontare quanto sta accadendo in Abruzzo senza moltiplicare i traumi per gli italiani? “Occorre seguire gli eventi senza andare a cercare immagini scioccanti o l’ultimo respiro sotto le macerie. No alla tv del dolore e dello shock live – dice Sorrentino – sì invece alla cronaca dei tanti gesti di solidarietà, dell’organizzazione degli aiuti, delle iniziative della Protezione Civile. Occorre mostrare la risposta di tutto il popolo italiano alla tragedia”.


In questo modo, invece, “si sta creando una sorta di ‘effetto 11 settembre’, uno shock collettivo nutrito da quello che in alcuni casi può dirsi sciacallaggio mediatico – conclude il neurologo – Un approccio che moltiplica solo incertezza e paura, specie nelle persone più fragili: anziani e bambini”.

Fonte: adnkronos.com