Tanta la gente comune di Palma di Montechiaro venuta ad assistere ai lavori del Consiglio per dimostrare la propria solidarietà al loro concittadino Eugenio D’Orsi.

Un coro unanime di condanna, contro la  recrudescenza di atti di criminalità nella città del gattopardo, si è elevato dagli scranni del Civico Consesso, atti che  hanno  colpito non solo il Presidente della Provincia Eugenio D’Orsi ma anche l’Assessore Comunale  Giuseppe  Vinciguerra e la moglie  Fatima Celona Dirigente del Commissariato di Licata.


Provocatorio l’intervento dell’Onorevole Giuseppe Ruvolo che ha sottolineato l’assenza in Consiglio della classe politica Nazionale e Regionale.

“Quando il Presidente della Provincia Eugenio D’ Orsi parla – dichiara l’ On. Cascio – parla, non come componente di un partito politico, ma come Presidente di una provincia che conta 500 mila abitanti: ed è per questo motivo che ha il mio rispetto, il mio appoggio e la mia massima collaborazione. In tutti questi anni – conclude – l’ ho visto come il Presidente della Gente; e non ne risparmia ne a Lombardo ne a Berlusconi quando c’è da difendere il territorio” .

“In un sistema malato non è soltanto la politica ad essere sofferente – ha dichiarato D’Orsi – ma è anche una scuola che non riesce a fare più concorsi ed una università che stenta a decollare, la cui riforma può essere salutata come una novità ma che, per mancanza di fondi, diventa una sorta di cimitero culturale. Le riforme, che potrebbero essere determinanti, non sono all’altezza di una situazione economica e di una crisi che non permette agli Enti locali di corrispondere alle esigenze della collettività”. E continua: “io questa sera mi sarei aspettato il linguaggio della repulsione, dello sdegno e dell’ indignazione. Qui una persona per bene come Giuseppe Vinciguerra, che non ha bisogna della mia solidarietà per consacrargli l’onestà intellettuale sua e della famiglia, è stato vittima di intimidazioni; così come i Sindaci di Porto Empedocle, di Menfi, di Licata. Una recrudescenza che ci deve fare riflettere. Il pericolo è incombente, stiamo vivendo un “annus horribilis” un anno in cui dobbiamo lavorare in sinergia: Istituzioni, Forze dell’ Ordine, Magistratura e cittadini. Bisogna rimboccarsi le maniche – conclude – oggi non si può più parlare di prospettive se non c’è programmazione, oggi non si può parlare di futuro se non c’è sinergia; ed i colori valgono poco e niente, perchè poco e niente vale la nostra attività politica ed umana se questa non è accompagnata da una attività onesta e cristallina. Dobbiamo cambiare la cultura e la mentalità mafiosa: atteggiamenti che dovranno essere combattuti con il nostro esempio, con la nostra trasparente attività, con la scuola e con l’aiuto di tutta la gente che deve lavorare per migliorare , per migliorarci e per dare risposte concrete alla società”

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