Si è concluso, presso la sede distaccata di Canicattì del tribunale di Agrigento, il processo nei confronti di una donna di Naro accusata di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, minacce e lesioni. Il giudice monocratico Alessia Geraci , nell’aula penale del nuovo tribunale, ha emesso il dispositivo contenente la sentenza di assoluzione, perché incapace di intendere e volere, nei confronti di Lina Ragusa, 49 anni, di Naro. La donna, il 6 marzo scorso, era stata arrestata dai militari dell’Arma di Favara allertati da alcuni cittadini poiché la donna si era recata in città per portare via con se la figlia minorenne che viveva con la vedova del padre naturale. La donna alla quale la piccola era stata affidata, ha in un primo momento cercato di far ragionare la narese ma vista l’irruenza della donna ha dato l’allarme al centralino del 112 che ha subito inviato sul posto una gazzella dei carabinieri. Alla vista delle forze dell’ordine la donna è andata ancor di più in escandescenze iniziando ad inveire contro i militari. La donna inoltre, avrebbe colpito a calci e pugni alcuni passanti intervenuti per cercare di sedare la rissa. Alla fine i carabinieri sono riusciti a far ritornare la situazione alla normalità Per la donna scattò una denuncia e la segnalazione alla procura delle repubblica di Agrigento con l’accusa di i resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, minacce e lesioni.. La difesa, durante le udienze del processo, ha da subito fatto emergere la condizione psicologica della donna chiedendo , nell’arringa conclusiva, l’assoluzione con formula piena perché il fatto sarebbe stato compiuto nell’incapacità di intendere e di volere. Il giudice, dopo la consueta camera di consiglio, ha valutato positivamente gli atti prodotti dall’avvocato difensore ed ha emesso il dispositivo contenete la sentenza di assoluzione.