Ma sappiamo davvero riconoscere le cose? Sappiamo davvero riconoscere gli acccadimenti? Se oggi Gesù bussasse alla nostra porta sapremmo riconoscerlo? Se oggi scoppiasse una guerra come è già scoppiata, sapremmo riconoscerla? Siamo sicuri? Se oggi ci rendessero tutti schiavi sapremmo riconoscere il nostro stato di schiavitù? Non lo so , anzi non credo che sapremmo riconoscere uno solo di questi accadimenti.
Facciamo fatica a immaginare un volto diverso da quello che abbiamo dato alla mafia, “u zu pippinu ca coppula e la lupara”; facciamo fatica ad immaginare un volto diverso da un soldato nemico, ce lo immaginiamo in mimetica col fucile spianato; facciamo fatica a riconoscere una dittatura, ce la immaginiamo come un leader libico pittosto che afgano. Ed invece è quasi scuramente tutto al contrario. Metto il “quasi” perché anche le nuove fisionomie di quanto fin qui detto sono destinate a mutare a mimetizzarsi a camaleontizzarsi.
Ed invece, i mafiosi organizzano cortei e convegni sulla legalità, i soldati hanno le divise dei commessi dei grandi centri commerciali, i tiranni ce li propongono in salsa condita come salvatori della partia. Il cavallo di troia lo abbiamo dentro le nostre case e stiamo li tutte le sere a farci dire quello che è giusto e quello che è sbagliato; chi è il buono e chi è il cattivo. Cosa devi e cosa non devi fare. Cosa devi subire in silenzio senza nenche fiatare. A che servono le armi se il popolo che devo dominare fa tutto quello che gli dico senza spargere sangue e violenza, ma indebitandolo, facendo nascere in ognuno di loro la necessità di cose che necessarie non sono per poi assoggetterlo e fargli fare ciò che voglio? A cosa mi serve un soldato, a cosa mi serve un fucile, a cosa mi serve se riesco a fargli fare tutto come quando e dove voglio?
E allora è scoppiata la guerra, senza sirene, senza rifugi, senza soldati, senza trincee: E’ scoppiata la guerra in silenzio e noi che aspettavamo il botto non l’abbiamo riconosciuta.
E’ scoppiata la guerra ma non senza sofferenza, soffrendo , ma in silenzio, rinunciando, ma in silenzio, desiderando, ma in silenzio. Ci stanno i tecnici.
Non sei mica un tecnico. Non puoi certo giudicare se è corretto o scorretto pagare una tassa su una casa che, o è già tua se hai avuto la fortuna di averla già pagata , e quindi seii già alle soglie della tua vita, altrimenti è della banca, quella stessa a cui i milioni di pensionati e meno abbienti dovranno pagare dazio aprendo un conto corrente.
E poi questi che spuntano in tv, con stipendi megagalattici con tre o quattro pensioni che ci dicono come dobbiamo prepararci ai sacrifici. Si chiama sindrome dell’urologo… e viene fuori quando vai a farti controllare la prostata.
Ci siamo accorti all’improvviso che l’Italia è un paese pieno a zeppo di economisti . Ne trovi almeno uno in ogni trasmissione e in ogni canale. Ma mi chiedo e vi chiedo: cosa cazzo fa un economista? Ma come mai non hanno parlato prima, come mai non ci hanno detto di Parmalat prima che truffasse migliaia di piccoli risparmiatori , di Cirio etc etc? Adesso sanno tutti cosa si deve fare, adesso sanno tutti cosa dire, adesso sono tutti grandi luminari pronti a sostenere “il luminare”, Egli ” il Prescelto” “l’urologo” ( non me ne voglia la categoria, vi prendo in prestito come efficace metafora).
Se non avessi letto i suoi editoriali prima che diventasse Premier avrei pensato che si trattava di un’altra persona
( battuta).
Ma qualcuno sa dirmi chi cazzo è questa Europa che ci giudica, ci annichilisce, ci tartassa, ci apostrofa, ci impoverisce?
Spread, rating e puttanate di questo genere le vedo in bocca al benzinaio, al barista, agli imbecilli tanto quanto lo sono io. E ci crediamo… Pensiamo di dire la cosa giusta, di avere capito il meccanismo, di avere le nozioni per potere dire che lo spread è diverso dallo spritz.
E allora, sappiamo davvero riconoscere le cose? Io no!!
di Cesare Sciabarrà