Continua l’attività investigativa del commissariato di Canicatì, mirata a scoprire nuove truffe nei confronti delle compagnie assicurative. Dopo le migliaia di truffe e speculazioni ai danni delle assicurazioni , gli investigatori del commissariato di Canicattì, coordinati dal vice questore aggiunto, Valerio Saitta, stanno indagando al fine di risalire agli autori di falsi sinistri. Dopo la denuncia dei gironi scorsi che ha visto coinvolte tre persone di cui una di Canicattì, il fenomeno sembra essere più ampio di quanto sembri. Per questo motivo gli agenti del commissariato stanno portando avanti una serie di controlli mirati a scoprire eventuali illeciti. Nei prossimi giorni saranno divulgati i risultati dell’operazione. Nel marzo dell’anno scorso sono state 46 le persone raggiunte da altrettanti avvisi di garanzia emessi dalla Procura della repubblica di Agrigento, a carico delle quali pendeva l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a frodare le compagnie di assicurazioni. La frode avveniva attraverso la denuncia di falsi incidenti stradali o per essere risarciti dai colpi di frusta. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, mira ad accertare eventuali coinvolgimenti di medici e radiologi, che avrebbero attestato false dichiarazioni nella compilazione del referto e di persone che avrebbero reso falsa testimonianza davanti al giudice monocratico. Gli inquirenti del commissariato di Canicattì stanno vagliando numerosi sinistri liquidati per i quali c’è il dubbio sulla veridicità dei fatti accaduti. Non si escludono risvolti eclatanti. La segnalazione alla procura di Agrigento era partita dalle società assicurative che secondo le loro statistiche su 25mila incidenti in provincia ben 8000 si sono verificati a Canicattì. Per questo motivo molte agenzie di zona, con i bilanci in passivo, sono state costrette a chiudere i battenti, perché ogni 100 euro di premio incassato se ne sborsavano 109 per i sinistri, dato questo dovuto soprattutto ai falsi incidenti.