L’adesione degli autotrasportatori siciliani alla protesta indetta da Trasportounito scaturisce, oltre che al nulla di fatto dei tavoli tecnici tra Governo nazionale e regione Sicilia, dalla mancata erogazione dell’ecobonus per i traghettamenti 2010, che ha gettato nel panico le imprese di autotrasporto siciliano, già in ginocchio in questo momento di crisi. Stiamo parlando di risorse che gli autotrasportatori avrebbero dovuto incassare per il solo fatto di preferire il combinato strada-mare, in seguito al relativo decreto ministeriale e alla successiva presentazione delle istanze; per gli autotrasportatori la questione va oltre la salvaguardia dell’ambiente: si tratta dell’unica possibilità a loro disposizione per arrivare ai mercati di consegna delle merci, irrangiungibili con il tutto-strada, considerate le restrittive norme in tema di ore di guida. L’Unione Europea parla tanto di libera concorrenza e di aiuti di stato che potrebbero minarla, ma dov’è la libera concorrenza per le imprese siciliane che senza le autostrade del mare si vedono precluso i mercati di sbocco delle merci? In quale considerazione viene tenuta la Sicilia che, a causa delle sua posizione geografica, si vede negare la continuità territoriale?

Salvatore Bella