“Ora noi, qui in Sicilia saremo governati da chi è andato al governo col 10% dell’elettorato. Ora in un momento di crisi così grave credo che sia impensabile poter governare col 10%, perchè si ha bisogno di una partecipazione ampia” dice a Radio Vaticana il cardinale di Palermo Paolo Romeo. “Oggi sempre più quando c’è da spartire, tutti sono disponibili ma quando c’è da fare dei sacrifici tutti si chiamano fuori. Ma se tutti non facciamo dei sacrifici la realtà della quale ci lamentiamo non cambierà mai”.

“C’è un degrado della vita civica e della vita sociale sempre più pronunciato. C’è una scollatura tra paese politico e paese reale molto preoccupante – spiega il cardinale – L’astensionismo che si è registrato qui è un fenomeno altamente preoccupante perchè non dobbiamo dimenticare che i nostri padri per darci una democrazia, per dare la voce al popolo hanno sacrificato la propria vita. Noi quindi non possiamo chiuderci nelle nostre case e guardare dalla finestra ciò che accade nel nostro territorio”.


“Trovo dunque un tradimento dei sacrifici dei nostri padri – prosegue Romeo – il voler pensare: io ho un giocattolo che è la democrazia, se voglio giocarci ci gioco, altrimenti no. Questo è un fenomeno gravissimo perchè siamo dei rinunciatari che ci chiudiamo nelle nostre visioni e lasciamo che a decidere siano altri, che a prendere le redini della società siano altri”.

Secondo il porporato, “un altro fenomeno gravissimo è che noi parliamo di società civile, ma la società civile deve essere una società civile che prenda in mano i destini e il futuro dei propri figli, della propria terra, e questo non accade. Non si può dire: perchè non vedo niente allora io lascio giocare gli altri. Questo è un tradimento del senso della coscienza civica”.

“In queste ore ho sentito sbandierare che ora c’è un antimafia a presidente della Regione. Ma il presidente della Regione non è il procuratore antimafia, quello lo deve fare il procuratore antimafia, mentre il presidente della Regione se vuole combattere la mafia deve far funzionare gli uffici della Regione. Perchè se non funzionano c’è sempre chi, corrompendo, li farà funzionare come vuole lui”.