C’è chi può e chi non può. Stop per chi ha più di 65 anni, è in parlamento da tre legislature e a chi non ha seguito ‘correttamente’ la linea di partito. Il Popolo della Libertà ha dettato le regole per le candidature alle elezioni politiche del prossimo 24 e 25 febbraio.
In Sicilia, questi paletti, metterebbero così a rischio la candidatura di alcuni esponenti, dei volti noti e dei big di partito. Ma la strada per alcuni non è del tutto sbarrata. Durante l’ufficio di presidenza presieduto dal segretario Angelino Alfano, su indicazione di Silvio Berlusconi, è stato stabilito che saranno concesse alcune deroghe sulla base dell’impegno speso a servizio del partito, del legame che ogni parlamentare ha saputo instaurare sul territorio e della storia politica dei candidati.
In corsa per un posto a Montecitorio e a Palazzo Madama ci sono: il presidente uscente del Senato Renato Schifani, l’ex ministro per l’Ambiente, la siracusana Stefania Prestigiacomo e la senatrice palermitana Simona Vicari.
Potrebbe invece restare fuori il messinese Domenico Nania, senatore, ex An e coordinatore del partito in Sicilia. In forse le candidature del senatore di Termini Imerese Antonio Battaglia, anche lui ex An, dell’ex ministro palermitano Enrico La loggia e del senatore trapanese Tonino D’Alì che nella deroga possono però ancora sperare.
In lista per la Camera Sicilia occidentale saranno candidati Francesco Scoma, capogruppo all’Ars, l’onorevole palermitano Dore Misuraca, il collega di Agrigento Giuseppe Marinello e il nisseno Alessandro Pagano.
In lista per la Camera Sicilia orientale l’ex presidente della Provincia Regionale di Catania e coordinatore del partito Giuseppe Castiglione, i catanesi Salvatore Torrisi, Vincenzo Gibiino, Basilio Catanoso, il messinese Vincenzo Garofalo e il ragusano Antonino Minardo.
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