Il dato ufficiale non ci è mai stato fornito, nonostante la nostra richiesta all’Università di Palermo risalga al dicembre del 2012, ma dovrebbero circa 3mila gli studenti che ad oggi frequentano corsi di studio presso il Consorzio universitario di Agrigento. Un bacino importante, che fa riferimento a tutta la provincia, e che, dicono – senza però, lo ribadiamo, fornirci dettagli numerici – è stato solo parzialmente intaccato da abbandoni e sfiducia. “I dati – spiega il presidente del Cupa Maria Immordino – sono in linea con quelli che si registrano in Sicilia e nel sud Italia, e sono dovuti a motivazioni varie. Vi sono motivi economici, perché le tasse sono troppo alte e le famiglie non riescono a farvi fronte, ma ci sono anche molte persone che non ritengono più utile il corso di studi universitario perché è venuto meno il suo valore di ‘ascensore sociale’ e perché, soprattutto, troppo spesso non vi è collegamento con il mondo del lavoro”. Problematiche, che, aggiunge Immordino, rappresentano la vera sfida per il Cupa. “I poli decentrati – spiega – hanno una maggiore responsabilità territoriale, perché consentono anche alle classi più svantaggiate di poter avere diritto all’istruzione. In questo momento il nostro impegno sarà quello di sostenere economicamente gli studenti meritevoli ma svantaggiati, e proporre percorsi di formazione quanto più qualificati possibili”. Entrambe cose che però, al momento, nelle condizioni economiche del Cupa, sono difficilmente realizzabili. Il consorzio, infatti, si sta ancora confrontando con seri problemi di bilancio. “Se con il sindaco di Agrigento è stato riaperto il dialogo – spiega Immordino – e l’Ente si sta impegnando con un piano di rientro, attendiamo dalla Regione i contributi per gli anni 2011 e 2012 (solo il contributo straordinario ammonta ad oltre un milione e mezzo di euro ndr). Abbiamo incontrato l’assessore regionale Scilabra, la quale ha promesso interventi a breve. Quello che è certo è che oggi i docenti attendono ancora gli stipendi del 2010. Mi impegnerò a saldare loro immediatamente anche una parte di quanto dovuto”. Molte le speranze vengono riposte nei confronti della nuova figura creata nello statuto di “socio benemerito”. “Si tratta di un privato – dice Immordino – che scelga di sostenere il Cupa con un contributo di almeno mille euro all’anno. I fondi saranno investiti unicamente per borse di studio, rinnovamento dei laboratori e per incrementare il patrimonio della biblioteca. Le somme saranno rendicontate sul nostro sito on line”. Entro settembre, inoltre, ci comunicano aprirà la residenza universitaria di via Atenea, data in affidamento a privati, e per il prossimo anno accademico sono in fase di studio alcuni nuovi master che puntino all’internazionalizzazione.

G.Sch.