Mi ha fatto grande piacere leggere l’intervista a Salvatore Sanfilippo, poiché mi ha riportato indietro nel tempo, quando, contro tutti i pregiudizi e le disinformazioni tipiche di certi nostri ambienti “illuminati”, si è riusciti a far decollare un’aula d’informatica nella scuola media di Campobello di Licata.
Era l’anno 1988 e la “Mazzini” , la prima in provincia e tra le primissime in Italia, attrezzava quest’aula con degli Olivetti PC1 con lettore di floppy disk e sistema operativo ms.dos 3.2. Tutto ciò avveniva grazie alla caparbietà di qualcuno ed ad una preside neo nominata, la prof.ssa Rosa Cremona, che riusciva ad aggirare qualsiasi impedimento burocratico ed economico pur di stimolare la partecipazione e far emergere le attitudini personali dei ragazzi che, purtroppo, dalle nostre parti spesso rimangono latenti per mancanza di spinte esterne.
Sempre in questo periodo veniva attrezzata nella nostra scuola un’aula di sviluppo e stampa fotografica in b/n della quale ero responsabile. Anche questa un’esperienza molto interessante perché riusciva a saldare intimamente il percorso tecnico con quello puramente artistico-creativo ed emozionale. Molti (ex) ragazzi, ancora oggi quando mi incontrano, mi parlano della sensazione quasi sovrannaturale di aver visto lentamente “comparire un’immagine in una bacinella piena di liquido”. In effetti un momento unico!
Nell’aula d’informatica, gli alunni prendevano posto davanti le macchine e quindi iniziava l’attività. Il mio “Server” (che parola grossa per un giocattolino!) era un altro PC1 che, grazie ad alcuni cavetti autocostruiti, riusciva a pilotare una normale tv sistemata in alto ove i ragazzi seguivano le fasi operative. Coadiuvato dagli altri docenti spiegavo ms.dos e, tramite il works, anche videoscrittura e foglio di calcolo. Ma la cosa più bella ed interessante per i ragazzi era il “LOGO”: un software molto semplice ed intuitivo, perché, partendo da una “Tartaruga” che si muoveva sullo schermo pilotata dalla tastiera (ancora il mouse non c’era), l’alunno si sbizzarriva a disegnare in tanti colori sul suo monitor qualsiasi soggetto che colpiva il suo interesse nell’immediato o che veniva indicato dal docente.
Ma il grande pregio di questo programma era che in una seconda fase, dopo che l’alunno ne aveva acquisiti gli elementi di base, si poteva utilizzare come semplice linguaggio di programmazione. Ed è anche qui, ricordo, che il nostro Salvatore si è cimentato con i primi rudimenti dell’informatica.
Questa bella esperienza, negli anni, non è stata fine a se stessa. La “Mazzini”, infatti, da allora si è sempre distinta nel panorama scolastico regionale per aver puntato attivamente all’integrazione di questi nuovi mezzi al fine di un reale rinnovamento dei modelli formativi, con l’obiettivo di far acquisire competenze innovative rispetto ai quadri di riferimento tradizionali.
Grazie per avermi offerto questa opportunità di dialogo e un “in bocca al lupo” a Salvatore e a tutti i ragazzi che fanno della “curiosità intellettuale e dell’intraprendenza” la loro regola di vita.
Prof. Fausto Vella