Anticipazioni, voci, sussurri: il bilancio interno dell’Assemblea regionale siciliana, approvato nella seduta del 30 dicembre dal consiglio di presidenza riserva alcune sorprese. A cominciare dalla voce più rilevante, le spese previste per il 2014: 160 milioni e 877.563 euro, tre milioni e 200 mila euro in meno rispetto alle previsione del 2013, che ammontano a 164 milioni e 77.563 euro.

Le spese correnti fanno la parte del leone: raggiungevano il tetto di 157 milioni 182.563 euro nel 2013 e calano a 153.911.238 nel 2014 (meno 3 milioni 271.325 euro) .


Vediamo come sono ripartite le spese.

Le indennità parlamentari passano da 11 milioni 565 mila euro a 7 milioni 128mila euro, con una diminuizione significativa. La diaria, invece, aumenta da 3 milioni 780 mila euro a 4 milioni 860 mila euro, mentre le spese e i rimborsi di carattere indennitario, inerenti allo svolgimento delle funzioni parlamentari, calano da 4 milioni 280 mila euro a 3 milioni 620 mila. Le missioni costavano 100 mila euro nel 2013 e costeranno la stessa cifra nel 2014. Il totale del capitolo delle competenze ai deputati passa perciò da 20 milioni 425 mila a 16 milioni 258 mila euro.

La previdenza e assistenza dei deputati in carica e cessati del mandato mantiene la stessa cifra, 20 milioni e 70 mila euro sia nel 2013 quanto nel 2014.

Le competenze al personale dipendente rappresenta uno dei capitoli più onerosi, ben 37 milioni 895 mila euro, cifra che scende nel 2014 a 34 milioni 920 mila euro. Crescono invece le competenze per il personale in quiescenza e oneri di natura previdenzialie a carico dell’amministrazione, passando da 45 milioni 580 mila euro a 49 milioni e 30 mila euro. Le pensioni del personale, in particolare, costavano 39 milioni 500 mila euro nel 2013, ed aumentano di due milioni e 900 mila euro (42.400 mila). Ammonta a più di 88 milioni la spesa per il personale, sommando stipendi, pensioni e previdenza.

Le collaborazioni esterne per il consiglio di presidenza e le commissioni parlamentari rappresentano un’altra voce importante del bilancio di previsione. Il personale addetto alle segreterie particolare costerà 2 milioni 854 mila euro (3 milioni e 33 mila euro nel 2013); le spese per il personale comandato negli anni precedenti calano di 110 mila euro, da 310 a 200 mila euro, le consulenze per il consiglio di presidenza diminuiscono di undicimila euro (da 340 a 329 mila euro), mentre i compensi degli esperti per le commissioni parlamentari hanno un leggero calo, da 90 mila a 70 mila euro. Il totale del capitolo ammonta a 3 milioni 453 mila euro (nel 2013, 3 milioni e 773 mila euro).

Ed ora i trasferimenti ai gruppi parlamentari, oggetto di molte polemiche: il capitolo passa da 7 milioni 192 mila euro a 6 milioni 35 mila (meno 842 mila euro). Un calo molto sobrio.

La Presidenza dell’Ars costa 871 mila euro l’anno, stando alle previsioni, stessa cifra sia nel 2013 quanto nell’anno a venire (i fondi riservati ammontano a 171 mila euro, i contributi per le attività culturali 550 mila euro). C’è una voce che nel 2013 non esisteva, le iniziative culturali co-organizzate con la Fondaziuone Federico II, per le quali nel 2014 è prevista una spesa di 150 mila euro.

Restiamo in tema. L’attività e la rappresentanza istituzionale ed il cerimoniale costarono 920 mila euro nel 2013 e costeranno 861 mila euro nell’anno in corso. Soppresso il capitolo dedicato alla celebrazione dell’anniversario della prima seduta dell’Ars.

La comunicazione istituzionale è costata un milione 350 mila euro nell’anno precedente, si risparmiano 503 mila euro nel corrente anno, con una spesa di 847 mila euro in totale. Il corrispettivo per la Fondazione Federico II passa da 480 mila euro a 154 mila euro, mentre gli abbonamenti delle riviste e delle agenzie di stampa incidono sul bilancio per 585 mila euro nel 203 e 430 mila nel 2014.

Per studi e ricerche si spenderanno 220 mila euro quanto lo svorso anno, per i servizi informatici un milione 200 mila euro nel 2014 (un milione 295 mila euro previsti nel 2013).

Nel capitolo “servizi ausiliari e di supporto”, la voce più rilevante è costituita dalla caffetteria e dal ristorante: si spenderanno 790 mila euro nell’anno in corso, diecimila euro in meno rispetto a quanto previsto nel 2013.

La gestione degli immobili costerà quest’anno un milione 620 mila euro (nel 2013 due milioni 30 mila euro), i beni di consumo e servizi vari 2 milioni 232 mila euro (meno 9273 mila euro rispetto al 2013). Soppressa la voce call center che costava 620 mila euro.

Onerosa la manutenzione straordinaria degli immobili, 5 milioni 726 mila euro (5 milioni 800 mila nel 2013).

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