E’ stata aperta domenica scorsa, nell’aula consiliare del Comune di Delia, la mostra del pittore nisseno Francesco Guadaguolo, 30 opere, dedicata a “Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II – due Papi, due Santi”.
L’evento, che si è svolto nel giorno della canonizzazione dei due beati, ha avuto il patrocinio del Comune di Delia. Organizzato dalla parrocchia Santa Maria di Loreto e dalla Società nissena di storia patria, resterà aperta tutti i giorni fino a domenica quattro maggio.
La mostra è stata presentata dal professore Antonio Vitellaro, presidente della Società nissena di storia patria. All’evento sono intervenuti il vice sindaco Calogero Lo Porto, che ha portato i saluti dell’amministrazione, Francesca Fiandaca Riggi, direttrice del Museo diocesano di Caltanissetta, il consigliere comunale Petronilla Alaimo e Gianna Insalaco e Giuseppe Leone che hanno collaborato per l’allestimento della mostra.
<<Francesco Guadagnuolo – ha detto il professore Antonio Vitellaro – non è solo il pittore dei Papi. La molla che lo spinge è principalmente l’uomo, le sue sofferenze. L’uomo e il mondo d’oggi, che vive con passione, con tutte le sue ombre e con tutti i suoi problemi. L’ingiustizia, la fame, la sofferenza, la solidarietà. A ciò si ispira ad esempio il famoso quadro che si trova presso la sede dell’Onu, due emisferi a confronto uniti da due mani che si protendono ad offrire il pane. Un’altra dimensione del maestro, ha ricordato Vitellaro, è quella di tradurre il rapporto tra pittura e letteratura, in particolare la poesia. C’è un una serie di dipinti, non presenti in questa mostra – ha detto – che traggono lo spunto da poesie che i migliori poeti del mondo hanno scritto per lui perchè fossero inserite, con la firma di ogni autore, all’interno dell’opera pittorica per farne parte integrante. Molte di queste opere verranno donati alla Società nissena di storia patria. E’ una promessa del maestro Guadagnuolo – ha annunciato Antonio Vitellaro>>.
<<Ha colto del papa gli aspetti che sono più vicini al nostro cuore, soprattutto la sofferenza. Quella sofferenza che papa Vojtila ha portato con se e ha mostrato agli altri – ha detto da parte sua Francesca Fiandaca Riggi, direttrice del Museo diocesano di Caltanissetta>>. La direttrice del Museo diocesano ha anche detto che il maestro Guadaguolo ha annunziato la creazione di una Fondazione <<per dare rilievo e garantire la memoria e la conservazione della la sua vasta produzione artistica>>.
A margine dell’incontro la testimonianza di Totò Montebello, artista deliano, vincitore del concorso nazionale per il logo delle Universiadi svoltesi in Sicilia nel 1999. Montebello ha conosciuto personalmente il maestro.
<<Franco Guadagnuolo era un ragazzo schivo, introverso, sensibile. Siamo stati compagni di classe all’Istituto d’Arte Filippo Juvara di San Cataldo, dove ci siamo diplomati nel 1975 – ha detto. Ci legava una particolare attitudine per la pittura. Siamo ancora molto amici. Francesco aveva delle doti artistiche indiscutibili mostrando fin da allora un’attenzione particolare per i soggetti sacri. La passione e l’amore per l’arte riuscivano a prenderlo totalmente. Ricordo che nel ’73 siamo andati a Venezia con una gita organizzata dalla scuola. Il titolare dell’albergo chiese alla classe qualche disegno per l’albergo. Gli unici volontari ad accettare fummo io e Franco Guadagnolo. Per onorare l’impegno preso, però, restammo due giorni in albergo anziché andare in giro per la città con i nostri compagni di classe>>.