spending-review-tagliLa crisi economica in Sicilia sembra inarrestabile: come in una sorta di effetto domino, tutti i settori risentono progressivamente degli effetti nefasti prodotti dal tracollo finanziario e dalle politiche d’austerità nazionali e locali. Il Governo Renzi sembra mostrare la sua vera natura attraverso i tagli netti alle politiche di sostegno nei confronti del Mezzogiorno: finanziare le aziende siciliane, secondo taluni, significa incentivare la mafia. In questo modo mentre il Titanic Italia sembra naufragare, alla stregua di un barcone di migranti, prevale la logica del “si salvi chi può”; e non ci sono scialuppe di salvataggio disponibili per i siciliani, giacché i viaggiatori di prima classe (ovvero le aziende settentrionali) hanno già occupato gli ultimi posti liberi.

Expo 2015 sembra l’esempio più calzante per comprendere la nuova logica di Governo: abbandonare il Sud a se stesso per salvare la parte sana e produttiva del nostro Paese. Tuttavia i fenomeni di corruzione, correlati alla grande esposizione internazionale di Milano, sembrano evidenziare che neanche il Nord del Paese sia immune da certe tentazioni. Naturalmente Expo proseguirà, nonostante si susseguano amare novelle inerenti a fenomeni che potremmo anche definire mafiosi senza morderci la lingua. Naturalmente la corruzione settentrionale è più elegante di quella meridionale, inoltre il “pizzo” si paga direttamente alla fonte senza bisogno di effettuare la raccolta intimorendo gli imprenditori.

Tuttavia, tutte queste riflessioni non esorcizzano la crisi in atto nella nostra Sicilia, semmai rendono ancora più amara la miseria; oltre a denotare l’incapacità manifesta dei nostri amministratori e imprenditori di adeguarsi al sistema corruttivo italiano. Intanto un numero impressionante di aziende nostrane è costretto a chiudere i battenti. Le vacanze estive per i siciliani quest’anno rappresentano un’autentica chimera riservata a pochi eletti; la maggioranza della popolazione sicula, se andrà in ferie, dovrà rinunciare al consueto viaggio rigeneratore e magari trovarsi un’occupazione estiva (preferibilmente in nero) per far fronte alle spese familiari di prima necessità. Anche andare al mare, diventa un lusso che non tutti possono concedersi, considerando le spese per carburante, creme solari per i bambini e altri accessori indispensabili; un paradosso per un’isola, che però rende meglio l’idea sui riflessi economici della crisi ai danni della nostra amata Sicilia.

Fabrizio Vinci – MESSINA