Marcia di protesta in auto con i sindaci dei comuni delle Madonie per chiedere la riapertura del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana. Un corteo si e’ mosso dal comune madonita per raggiungere la Prefettura di Palermo.
In Prefettura è previsto un incontro tra i sindaci, il Prefetto Antonella De Miro, appena insediatasi, e l’assessore regionale della Salute Baldo Gucciardi.
“Ci aspettiamo che l’assessore tenga fede all’impegno preso e con una deroga rimetta subito in sicurezza il reparto con i nuovi organici, con i quali garantire la copertura h 24 – dichiarano il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo e Lillo Spitale, responsabile della lega distrettuale Cgil di Petralia -. Il completamento dell’organico è possibile grazie alle assunzioni previste dai bandi attesi entro gennaio – aggiungono Enzo Campo e Lillo Spitale -. Riteniamo ci siano tutti gli estremi per rimettere in operatività il reparto. Cosi’ sara’ possibile ottenere dal ministro la proroga in ottemperanza al decreto Balduzzi, prevista per le isole e per le zone disagiate di montagna”.
“La deroga – continuano Campo e Spitale – deve valere indipendentemente dal numero dei parti, per il solo fatto che sulle Madonie ci troviamo a 75 chilometri di distanza dall’ospedale di Termini Imerese e a 100 chilometri da quello di Cefalù. E non si puo’ mettere a repentaglio la vita delle partorienti del comprensorio montano, che devono avere gli stessi diritti di cittadinanza delle altre donne. Il requisito dei 500 parti l’anno, impossibile da raggiungere nei comuni delle Madonie con i loro 27 mila abitanti, non puo’ mettere in discussione gli altri diritti. Gia’ il primo caso si e’ verificato. Una donna e’ partita in ambulanza da Petralia e ha raggiunto Termini in un’ora e mezza. Non dimentichiamo le strade dissestate, che contribuiscono all’isolamento di questi paesi”. La Cgil ricorda inoltre l’intervento del ministero della Coesione, che ha scelto le Madonie comne area prototito per un investimento di 25 milioni. “Un investimento che serve a bloccare il fuggi fuggi dal territorio – spiega Lillo Spitale – In questa politica di intervento il ruolo dell’ospedale e dei servizi sanitari e’ fondamentale”.