Spesso si associa alla memoria la sensazione di un tempo, che è anteriore a chi la detiene e vivrà solo nel ricordo, sin quando si è in grado di conservare ciò che resta del passato.
Diviene spesso nella nostra società, un rito, una ricorrenza o nel senso più stretto l’anniversario di qualcuno o di qualcosa che non c’è più e che va celebrato, perché la percezione di ciò che fu, non venga divorata dall’avidità del futuro. Ma è l’esperienza prima o poi torna nell’essere umano, per fortuna. Trent’anni fa si celebrava il congresso fondativo di Arci Gola… un signore, Carlo Petrini, aveva capito che anche sul cibo bisognava tornare indietro. Oggi questa realtà si chiama Slow Food… (dal sito ufficiale http://www.slowfood.it/) … “è una associazione internazionale non profit impegnata a ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali”.
Noi ci abbiamo provato in altro modo con l’impresa culturale e sociale del Festival Demoetnoantropologico Terra e Memoria a partire dalla prima edizione (2004 Resuttano CL) e nelle quattro seguenti abbiamo posto come scopo principale quello di creare, dalla facoltà di ricordare, un punto di partenza per un rinnovamento dinamico di tutto ciò che appartiene alla storia della Sicilia, luoghi e tradizioni, arte intesa come attività umana, vitale e creativa, dalla preparazione della ricotta, passando attraverso l’impagliamento delle sedie, sino ad arrivare alla recita all’aperto del Rosario. Chiaramente il cibo con le sue sezioni “Viviri e Mangiari” segnalava le eccellenze nei dintorni e abbiamo inserito le serate con cibi tradizionali… “poveri” preparate dalla gente. Alla fine le fonti più preziose erano gli anziani… i saggi… che spiegavano il perché e il come nasceva un piatto. Dal ritmo della natura e dei suoi lavori (ricordiamoci che non c’erano frigoriferi), dalla necessità (carne rarissima per la popolazione) e dall’incontro con altre culture (vedi cannoli, panelle, arancini/e ecc.).
Gli aspetti vitali credo siano… il rispetto per gli alimenti e per il rito del mangiare con gli altri… un momento conviviale… ci siamo fatti insegnare come rifarli da “cuoche” e “chef” anzianissimi. Le ricette dell’Assaggi di Stelle gustate e narrate provengono da almeno tre secoli di Sicilia rurale.
Naturalmente Cunti e Canti sono andati di pari passo… anche sull’astuzia di come procurarsi vivande che erano controllate dai padroni e dai loro sgherri. I favi caminanu diceva un vecchio detto siculo… abbiamo scoperto perché e lo racconteremo insieme a Tano Avanzato e tanti altri amici il 10 agosto… sotto il cielo. Sarà anche un percorso percettivo che continuerà dopo cena verso le Stelle. Il “Covo degli Artisti” di Campobello di Licata è veramente un posto magico. Chi verrà sentirà anche la leggenda/storia delle origini raccontata da Lillo Ciotta.
Turi D’Anca