Chiudendo il cerchio sul Bilancio 2015, prossimo alla discussione al Consiglio Comunale, e nell’attesa dei dati del 2016, abbiamo riscontrato come il comune non abbia dato il necessario sostegno ai settori portanti dell’Economia Cittadina. Di seguito elenchiamo una serie di voci di spesa a supporto delle nostri affermazioni:

Sviluppo Economico:


  • servizio informazioni giovani ed imprese e politiche finanziamenti europei € 0 (zero);
  • spese diverse d’ufficio sportello unico, fra residui e competenze € 1.389,20.

Servizi relativi al Commercio:

  • promozioni, iniziative commerciali, sponsorizzazioni € 0 (zero);
  • saldate spese del passato per centro commerciale naturale € 16.000, 00 di residui ed € 1.250 per competenza;
  • spese per promozione in generale € 1.250,00.

Servizi relativi all’Artigianato:

  • attività di sostegno, programmazione e/o partecipazione in fiere € 0 (zero).

Servizi relativi all’Agricoltura:

  • stipendi e contributi e irap (impiegato ufficio vitivinicolo) € 32.393,00;
  • spese ufficio vitivinicolo € 5.990,00;
  • spese per ufficio di collocamento € 19.767,00;
  • promozione prodotti tipici locali € 7.400,00;
  • sostegno alle attività informative ed alle politiche di sviluppo agroalimentari € 0 (zero).

Da questi numeri si deduce che non vi è alcun supporto e promozione agli interessi generali delle Imprese e dell’economia locale. Il Comune dovrebbe essere il punto di raccordo fra le comunità economiche e le Istituzioni territoriali fra cui il sistema creditizio, i dipartimenti regionali ecc. Invece non viene svolta alcuna azione di coordinamento in materia economica coerente con le direttive europee per beneficiare dei aiuti finanziari disposti dall’Unione Europea.

Complessivamente dalla lettura del Bilancio 2015 si evince che:

  • Non risultano stanziate ed erogate risorse per il Settore Economico della Città: nessun programma, nessun sostegno finanziario per finalità relative alle Attività Artigiane, Commerciali, Industriali, Agroalimentari;
  • Non si riscontrano risorse comunali destinate ai Servizi Sociali (vedasi precedenti interventi/comunicati), che vengono sostenute solo con i trasferimenti della Regione o dello Stato Centrale;
  • Non viene disposto l’Uso dei Beni Pubblici del Comune per fini Sociali, né programmi per un’Economia Sociale, né condizioni di accesso favorevoli per le imprese all’utilizzo delle Aree Artigianali al fine di creare occupazione;
  • Nessuna progettazione, si riscontra, riguardo la riqualificazione, la rigenerazione del centro urbano/storico e delle periferie, nessuna progettazione riguardo la viabilità rurale che è di massimo interesse per le attività agricole ed agrituristiche, nessuna progettazione esecutiva riguardo l’adeguamento degli immobili pubblici con dotazione di impianti con energie rinnovabili;
  • La nostra Città, in atto, non fa parte della programmazione dei finanziamenti Europei applicati alle città siciliane, negli obiettivi di “Agenda Urbana” e della “Snai, Strategia delle Aree Interne”.

L’Amministrazione Comunale, non applicando gli obiettivi, gli scopi e le finalità fissati dallo Statuto Comunale e dalle norme di legge che regolano l’Ordinamento degli Enti Locali, è venuta meno nello svolgimento della programmazione economica, nelle azioni di intervento sul sociale e nel miglior mantenimento ed utilizzo del territorio, per garantire lo sviluppo ed il rafforzamento della Comunità.

Si ritiene pertanto che risulta altamente costosa la tassazione applicata ai Cittadini, con in testa l’IMU e le Addizionali. L’IMU è in atto applicata al massimo dell’aliquota, il 10,6 per mille, considerato che la cifra per legge è fissata al 7,6 per mille con facoltà per i Comuni di poter applicare un aumento del 3 per mille od una diminuzione del 3 per mille. Visto quanto sopra vi sono le ragioni per applicare la riduzione, applicando il minimo pari al 4,6 per mille.

Si giunge a questa Proposta concreta perché l’economia dei cittadini e delle imprese non può garantire uscite così costose. Riscontriamo dal Bilancio che i contribuenti hanno pagato € 5.349.518 di IMU ed € 1.463.247,66 di Addizionale. I Residui/Crediti del Comune ammontano ad € 6.303.848,55 e, per questa somma, i Cittadini e le Imprese hanno ricevuto e riceveranno ingiunzioni con Cartelle esattoriali. Questo avverrà anche con la Tassa Rifiuti, con ingiunzioni con Cartelle per € 9.847.231,33, oltre sanzioni, interessi e commissioni. E’ un salasso per le finanze stremate dei Cittadini ed Imprese, che stanno subendo una crisi profonda. Come potranno affrontare l’esborso di queste somme, sommate poi a quelle che per competenza dovranno pagare nel 2017 e negli anni successivi?

Sembra che tutto ciò non importi a chi è al Governo della Città!

Non possiamo permettere di pregiudicare il sistema sociale della Città rendendo insolventi i Cittadini e le Imprese.

Uno dei modi per permettere ai Cittadini ed Imprese di affrontare simili esborsi, sarà la riduzione dell’IMU come sopradetto al 4,6 per mille. E’ impensabile ed anacronistico pretendere un’IMU massima del 10,6 per mille sul valore delle aree edificabili, in una Canicattì dove ormai non vi è più alcuna attività edificatoria da anni e quindi non vi è più alcun valore di mercato reale dei terreni, né tantomeno un mercato immobiliare.

E, unitamente, chiediamo che si faccia una “seria” revisione dell’assetto organizzativo generale del Comune, rivedendo i costi e le spese, dato che attualmente la Città non ha la capacità finanziaria e tributaria per sostenere le Spese dell’Amministrazione Comunale, che comporta una tassazione al massimo delle aliquote d’imposta.

 

Il portavoce del meetup Pietro Amore