“Non facciamo mancare la nostra vicinanza e il nostro sostegno ai pescatori e agli armatori della nostra città, attualmente colpiti dai gravi problemi che affliggono la marineria e le loro strutture, nel loro insieme”.

Il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, ad apertura della santa messa di Natale, celebrata ieri nella Cattedrale di Mazara del Vallo, gremita di fedeli, ha scelto di dedicare la celebrazione al comparto della pesca che da anni combatte per la sopravvivenza, da un lato stretto nella morsa delle regole nazionali ed europee che restringono il campo della loro attività in mare, dall’altro costretti a convivere e a fronteggiare gli ostici controlli in mare dei paesi nordafricani. Sempre più spesso, infatti, si assiste al sequestro di mezzi e uomini della marineria mazarese intercettati in mare.


Ad assistere alla celebrazione, nei primi banchi, c’è stata una delegazione di pescatori e armatori, insieme al presidente del Distretto della pesca Cosvap, Giovanni Tumbiolo. Attualmente la marineria locale, conosciuta in tutta Italia come la prima flotta (in termini di numero di pescherecci) del Paese, è in stato di agitazione per il mancato dragaggio del porto-canale (che di fatto inibisce la navigazione dei pescherecci verso i cantieri e verso le pompe di rifornimento) e per l’assenza di illuminazione nel nuovo porto.

“Non sappiamo più a quale santo votarci – ha detto il presidente del Consorzio Cosvap, Giovanni Tumbiolo – ci auspichiamo che i problemi del mancato dragaggio del porto-canale e l’illuminazione che manca al nuovo porto siano al più presto risolti. Non si può pensare che queste problematiche che riguardano le strutture utilizzate tutti i giorni dalla nostra marineria siano circoscritte a livello locale. Mazara del Vallo ha bisogno di un porto funzionale per rilanciare il sistema pesca”.

Il vescovo, durante l’omelia, ha ricordato come il mare Mediterraneo “assiste a molte tragedie – ha detto il prelato – il Natale ci vuole risvegliare mettendoci in croce. Guardiamo questo mare forse con troppa indifferenza, che non ci da più quei messaggi di luce, pace, incontro, dialogo, fraternità, benessere. In questo mare investono i nostri pescatori, i nostri armatori e per molti, anche tra di loro, è stato una tomba. È un debito che tutti abbiamo verso coloro che hanno perso la vita: il nostro non può essere un Natale vero se non apre i nostri occhi e i nostri cuori e non ci riconcilia con la realtà che sta attorno a noi, non possiamo disconoscere i problemi”.