“Penso sia un ritorno al passato, un  inginocchiarsi all’onda populista europea che, davanti al fenomeno  migratorio, chiede un approccio securitario, una risposta che fa acqua da tutte le parti e che produce solo clandestinità e nuovi morti.  Credo sia una non-soluzione, che rischia di alimentare un circolo  vizioso di illegalità e intolleranza”.

A dirlo all’AdnKronos è il  sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, commentando la stretta  annunciata dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, e dal capo della  Polizia, Franco Gabrielli, nei confronti dei migranti irregolari.  Nella circolare trasmessa ieri mattina a tutte le Prefetture e  Questure del Paese, ai Comandi dell’Arma dei Carabinieri, della  Guardia di Finanza, della Polizia penitenziaria, viene tracciata la  nuova strategia sul fronte dei respingimenti, ma per Nicolini “è solo  il governo dell’emergenza che può fare uscire dall’illegalità e dalla  lunga scia di morti nel Mediterraneo”.


La circolare lascia “profondamente amareggiati e rattristati”  soprattutto perché arriva dopo “le grandi novità” introdotte dal  Governo Renzi, con, ad esempio, la legge contro il caporalato, “uno  strumento importante per combattere la clandestinità”. Così Nicolini,  pur dicendosi “consapevole del momento difficile e drammatico” a causa del terrorismo e comprendendo “le esigenze del Governo Gentiloni di  politica interna e internazionale”, ritiene che “le Istituzioni non  possano abdicare al proprio dovere di occuparsi di queste persone”. Un compito, quello della gestione del fenomeno migratorio, però, che “non può essere solo una battaglia dell’Italia, che meriterebbe il Nobel  per la Pace”, ma che deve investire l’Europa intera.

“I rimpatri da oggi a domani in Paesi con cui non si  hanno accordi e in cui non si rispettano i diritti umani sono  impossibili – spiega Nicolini – e un simile atteggiamento finirà con  il produrre solo nuove sofferenze, sia nelle persone colpite dai  provvedimenti sia nelle comunità locali a cui non sarà garantita  maggiore sicurezza, ma solo un crescente degrado delle periferie,  nutrendo razzismo e xenofobia”. Insomma, secondo il sindaco di  Lampedusa “rincorrere i populismi non è la soluzione”. Serve, invece,  “uno scatto in avanti”, risposte che non siano solo di repressione, ma “soluzioni efficaci”.

Quali?

“I canali umanitari, un efficace piano di redistribuzione dei migranti, una gestione solidale degli arrivi, la  creazione di una Polizia europea e di banche dati, una crescente  collaborazione tra i diversi Paesi, tutti aspetti che oggi fanno acqua da tutte le parti”.

“Le ragioni per cui oggi si fugge – dice ancora – non sono quelle di  20 anni fa. Sempre di più assisteremo a una fuga dalla povertà, dal  terrorismo, dalle malattie. Da qui a 20 anni i movimenti migratori  aumenteranno e se oggi i numeri non sono quelli di un’emergenza lo  diventeranno se non saremo in grado di governare il fenomeno, se  punteremo su risposte come muri e circolari di polizia”. A sostegno  della sua tesi Nicolini ha l’esperienza diretta.

“Lampedusa è riuscita a crescere quando tutte le Istituzioni si sono prese carico del  problema, la politica dei respingimenti, invece, ha prodotto macerie e ridotto l’Isola in condizioni disastrose. Serve – conclude –  un’assunzione di responsabilità, un atteggiamento consapevole e  solidale dell’intera Europa”.  (Loc/AdnKronos)