Torno sull’argomento  e l’argomento  è” amministrazione partecipata”, detto in maniera spicciola “ comitati di quartiere” Nessun paese al mondo può fare passi avanti se non vi è una organizzazione che parte dal basso e spinge , collabora, aiuta, partecipa, suggerisce, contribuisce e determina la gestione di una qualsiasi cittadina. Quello di cui sto parlando non è fantascienza ma un modello organizzativo finalizzato all’efficientamento  della gestione del paese. Semplifico: il nostro è un paese di poco meno di 40.000 anime, con una estensione territoriale abbastanza vasta.

La distanza tra una punta estrema del paese e l’altra è di diversi chilometri. E’ naturale che l’esistenza di tanti quartieri porti a problematiche diverse legate anche alla conoscenza diversa che i cittadini che vi insistono hanno del loro quartiere. L’operazione è semplice; l’istituzione di un comitato di quartiere deve seguire una filiera che porta ad un modello da replicare di volta in volta in ogni singola area individuata come quartiere. Ad occhio  e croce Canicattì necessiterebbe di circa 10/15 comitati di quartiere ognuno dei quali con un suo rappresentate che diventa protesi sul territorio per l’amministrazione in carica. Voglio fin da subito fare svanire le preoccupazioni di alcuni che pensano che l’amministrazione non potrebbe rispondere alle istanze che provengono da ogni quartiere per cui è più facile non avere alcuna forma di relazione. ( per la serie ci giriamo dall’altra parte) Non è così, perchè  la finalità del comitato di quartiere è ben altra che la mera richiesta di intervento da parte dell’amministrazione su un determinato problema. Il comitato di quartiere serve a monitorare, a programmare a proporre e realizzare iniziative e progetti .


Chi meglio di chi abita in un quartiere ne conosce problemi ma anche potenzialità? Se non si inizia ad avere questo tipo di visione che prevede il coinvolgimento della popolazione abbiamo poco da sperare. L’unica cosa , la più importante che l’amministrazione dovrebbe fare è lavorare alla realizzazione dei comitati di quartiere, considerandoli quel valore aggiunto che al contrario di altri profili, non sono dettati o imposti da questo o quel deputato, ma sono la naturale e spontanea presenza per fare realmente cambiare in meglio questa nostra città. Il resto è fuffa.

 

Cesare Sciabarrà