Social Media e Marketing Digitale possono far crescere il business e migliorare la reputazione online di un’azienda. Mai come oggi può considerarsi vera questa affermazione, con una varietà di media e piattaforme capaci di soddisfare i bisogni di comunicazione del singolo professionista ma anche il core business delle aziende. In particolare il Social Media Marketing, ovvero la promozione del brand attraverso i social network, è un’attività indispensabile per chi è alla ricerca di visibilità e di nuovi potenziali clienti.

In questi ultimi anni in Italia è cresciuta l’attenzione anche da parte delle piccole e medie imprese, come testimonia un recente studio sul rapporto “aziende e social network” realizzato dal CRIET (Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del Territorio dell’Università di Milano-Bicocca). L’indagine ha analizzato 274 imprese che operano nel nostro Paese di cui 268 attive sui Social Media, evidenziando come Facebook sia al primo posto nella classifica dei Social più utilizzati, seguito da Youtube e Twitter. Cresce la curiosità per Instagram e LinkedIn.

Il dato interessante riguarda la percentuale di aziende che spingono sulla comunicazione tenendo un “occhio fisso” ai profili concorrenti. A occuparsi di questo monitoraggio è il46% delle imprese italiane interpellate nell’indagine CRIET (nel 2016 era il 28%).  Il secondo dato che merita attenzione è il valore che gli stessi imprenditori italiani riconoscono ai social media. Se utilizzati bene portano solo dei gran vantaggi, se gestiti male, possono recare danni a livello di immagine e reputazione a volte anche “incancellabili”.

E’ il caso delle recensioni negative rilasciate sul profilo aziendale Facebook che non possono essere rimosse. L’unica partita si gioca sulla diplomazia e plausibilità della controrisposta.

Al centro di questa nostra riflessione troviamo l’azienda nel suo rapporto, non ancora rodato e consolidato, con i Social media rischiando che da opportunità possano rivelarsi una minaccia.

Allora: cosa fare e soprattutto da dove partire? Certamente dall’analisi e dallo studio, come ci insegna il marketing tradizionale, del mercato per comprendere le esigenze dei consumatori che rappresentano il target di riferimento. Bisognerà individuare e concentrarsi sugli obiettivi, selezionare i canali adeguati alla propria offerta, mettere in campo un piano di comunicazione e marketing che faccia leva su contenuti di valore e qualità.

Parola chiave: continuità.

Continuità di scrittura e aggiornamento dei contenuti, processo noto come “DigitalStorytelling”. In altre parole gli imprenditori sono chiamati giornalmente a ricercare e valorizzare all’esterno momenti e traguardi importanti della vita aziendale. Cosa c’è di più naturale? Eppure vi è la tendenza a sottovalutare “eventi” che potrebbero diventare notizie ed alcune spendibili anche con la Stampa.

Un altro difetto della comunicazione si manifesta quando una “notizia” aziendale non viene condivisa e divulgata con il personale interno. Potrebbe succedere infatti che da un ufficio all’altro i dipendenti non siano informati delle novità (es. nuova partnership, nuovi prodotti o convenzioni). Emerge un basso grado di coinvolgimento delle risorse interne con conseguenti ripercussioni di scarsa partecipazione sui social network.

Il web segna una svolta vera e propria per crescere in quantità e qualità del pubblico e attuare possibili conversioni da utenti virtuali semplicemente interessati ad acquirenti in carne e ossa. Le opportunità dipenderanno dal grado ma soprattutto dalla qualità dell’impiego dei nuovi strumenti. Sono richieste infatti competenze tecniche e la propensione ad un aggiornamento costante.

E se la presenza attiva, non autoreferenziale, sui Social Network diventa indispensabile, conta tenere d’occhio i competitors per valutarne le mosse, il metodo, l’andamento, i risultati. L’obiettivo sarà quello di far ancora meglio.

Per quanto riguarda i Social Media, occorrerà fare una selezione e a monte avere una conoscenza delle loro principali caratteristiche. Facebook potrebbe andar bene per il lancio di un prodotto o per quelle attività che richiedono un alto livello di interazione.LinkedIn è la piattaforma che punta alle connessioni professionali e meno alla “chat”.Conoscere le piattaforme è il primo passo per sapere come non usarle. Ad esempio è sbagliato utilizzare LinkedIn come fosse Facebook, sebbene le caratteristiche e le funzioni siano diventate simili.

Ciò che bisogna ricordare è che la potenza dei social network, ritorniamo al marketing tradizionale, sta nel “passaparola”. Se il nostro messaggio sarà coinvolgente e utile per chi legge è più probabile che venga apprezzato e condiviso on line. Ciò aumenterà la visibilità dei nostri contenuti e chissà anche dei followers. Ogni nuova condivisione, ogni nuovo contatto raggiunto costerà all’azienda zero. Da lì in poi sarà una partita da giocare in un campo pieno di insidie e concorrenti.

Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram offrono gratuitamente strumenti per promuovere contenuti e aumentare le proprie performance. Il risultato non è scontato e dipenderà dalla qualità e dalla continuità di chi gestisce la comunicazione per l’azienda. Con l’auspicio che ad occuparsene siano professionisti competenti e non dipendenti improvvisati nel ruolo di comunicatori.

Un’atra questione molto attuale riguarda Facebook e la sua tendenza sempre più spinta verso inserzioni e post a pagamento. La domanda più frequente che abbiamo raccolto durante i corsi di formazione di AD Communications www.adcommunications.it è se Facebook a pagamento può essere una garanzia per le aziende.

Deborah Annolino

AD Communications Manager

Mail d.annolino@adcommunications.it

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