Alla luce del terremoto giudiziario che ha coinvolto il gestore del servizio idrico, alcuni personaggi politici importanti e non, per una presunta parentopoli, è evidente che l’eventualità di ingaggi lavorativi presso un gestore che opera in regime di monopolio, debbano essere regolati da logiche chiare che non vengano attraversate da alcun dubbio sulla natura del rapporto( nello stabilire questo  si ha totale fiducia negli  organi inquirenti). “ Per una questione di opportunità” come dicono quelli che parlano bene, si dovrebbe prestare particolare attenzione anche a eventuali rapporti parentali, specialmente di primo grado, cioè congiunti  quali fratelli, sorelle, padri,  madri o figli con figure politiche che operano all’interno di amministrazioni pubbliche . Certo un assessore o sindaco che sia, che deve decidere su alcune tipologie di rapporti con l’eventuale gestore e magari deve comunque fare delle scelte che vertono a tutela della  popolazione che egli rappresenta e che possano magari creare situazioni di sconvenienza per il datore di lavoro del congiunto, potrebbe oggettivamente essere influenzato.  Buon senso vuole che un Sindaco o comunque un amministratore,  sia attento che non si verifichino situazioni del genere , perché ha il dovere di proteggere gli interessi della collettività che rappresenta e non subire il fascino o l’inconsapevole influenza di alcuno. Certo è che sono argomenti delicati, affidati alla sensibilità di ognuno di noi ma anche e soprattutto al rispetto, da parte di chi viene eletto e quindi a colui il quale viene affidata la fiducia da parte della collettività, saperli trattare nel modo più giusto e corretto. Siamo convinti che questa indagine comunque vada ha aperto spiragli di riflessione anche a coloro che distrattamente o magari in buona fede vivono una condizione di questo genere e nel giusto tentativo di rimediare possono in qualche modo fare come è di moda dire oggi “ outing”    perché … in verità per pentirsi c’ è sempre tempo…..

Cesare Sciabarrà