Il centro culturale San Domenico, struttura straordinaria , costata diversi milioni di euro, nel 2018 ha realizzato incassi per tremila euro ( leggi bene 3 mila euro). A dire il vero sapevo già questo dato inquietante, ma leggerlo in un articolo di un collega mi stimola alcune riflessioni. La prima più che una riflessione è un’ulteriore informazione e cioè che anche il teatro Sociale ha incassato qualche centinaio di euro nello stesso periodo. Strutture che costano alla comunità in termini di personale e manutenzione, diverse decine di migliaia di euro l’anno. Le strutture appena citate hanno motivo di esistere all’interno di una comunità se vengono contestualizzate in un fitto programma di iniziative che abbiamo non solo il fine culturale, ma anche e soprattutto la capacità di reggersi economicamente da sole. L’inserimento ad esempio in circuiti tematici destinati ai turisti con il pagamento del biglietto, riempirli di contenuti , penso ad esempio alla preziosa collezione di libri storici che abbiamo buttati in qualche scantinato pieno di umidità, o strumenti multimediali come quelli ad esempio presenti nelle tonnare di Favignana. Ma che lo diciamo a fare, stiamo parlando di fantascienza , se partiamo dal presupposto che il maggiore flusso di presenze del San Domenico è da addebitare alla distribuzione dei mastelli della monnezza. Questi signori che in campagna elettorale sembravano avere e idee chiare sul da farsi di quella struttura, una volta messo il culo sulla sedia, hanno pensato bene invece di regalarlo a coloro che a posto loro hanno organizzato qualche evento e qualche manifestazione. Pensate che abbiamo pagato circa quattro mila euro per fare resettare quattro password e ne abbiamo incassato 3000 da una struttura dal valore inestimabile. Quale azienda privata sopravvivrebbe dinnanzi a una gestione di questo tipo? Se abbiamo pagato oltre 10 mila euro un paio di strisce pedonali e abbiamo un contenzioso per quasi 900 mila euro per la raccolta di una quantità smisurata di ingombranti, che tipo di equilibrio finanziario può avere questo comune? Se elemosiniamo a una catena di supermercati due giochini per bambini e chiediamo la questua a qualche imprenditore per qualsiasi tipo di iniziativa, che prospettiva di crescita possiamo mai avere? E poi come se non bastasse tentiamo il riequilibrio di bilancio , spalmando per i prossimi 20 anni i debiti da loro fatti e contemporaneamente ne facciamo un altro da altri 10 milioni di euro… il cosiddetto fondo di rotazione… E ci fermiamo qui perché ne avremmo cose da raccontare che ci danno l’idea di come fin qui è stato gestito il bene pubblico….
Canicattì: ma voi affidereste la vostra azienda a questi signori?
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