“Il Parlamento italiano ha approvato all’unanimità la proposta di legge sul bullismo e sul cyberbullismo unificando le proposte bipartisan per definire i comportamenti aggressivi che possono degenerare in veri e propri reati di violenza. La legge innova sulle norme in materia di comportamenti a rischio del 1934 e introduce nuove possibilità di intervento dei servizi sociali in collaborazione con la giustizia minorile – dichiara Nuccia Albano, assessore alla famiglia e alle politiche sociali -. L’assessorato alla famiglia aveva anticipato la norma e aveva già istituito un coordinamento interistituzionale specifico, le istituzioni regionali sono quindi pronte ad attuare la nuova legge in stretta collaborazione con la giustizia minorile”.

L’emergenza bullismo
“Bullismo e cyberbullismo sono un’emergenza, lo dicono le statistiche, i numeri sempre più allarmanti. Un’emergenza che va affrontata con stanziamenti certi, progetti nelle scuole, formazione, nuove politiche giovanili. Occorre tenere massima l’attenzione, agendo soprattutto sulla prevenzione. La proposta di legge approvata ieri alla Camera, all’unanimità, è un segnale importante, perché segna un significativo passo in avanti nel contrasto a certi fenomeni. Ma si può e si deve fare di più”. Così Daniela Ruffino, deputata di Azione, che aggiunge: “In primo luogo occorrono risorse certe, che tengano conto dei diversi contesti territoriali, perché senza risorse la battaglia è persa”.

Il tema formazione
“Altrettanto importante è il tema della formazione, su cui abbiamo presentato un ordine del giorno che il governo ha accolto: serve una formazione continua, con aggiornamenti programmati dei docenti, del personale ATA, dei genitori, degli assistenti sociali, degli educatori. E c’è bisogno infine di un serio programma sulle politiche giovanili, che accompagni questi provvedimenti. E’ il momento di progettare, di investire, di lavorare con serietà sulla prevenzione, con interventi centrati sulla sinergia casa-scuola, sulle agenzie educative, sui centri di incontro, con azioni omogenee su tutto il territorio, nei piccoli e nei grandi centri. Non slogan, ma fatti concreti, per garantire davvero la serenità dei nostri ragazzi, la loro tutela da qualsiasi tipo di violenza. E’ una battaglia – conclude Ruffino – che ci riguarda e ci impegna tutti”.