
Dicono sia l’effetto-Guardiola, 38 anni e i cenni del suo debutto in panchina, scudetto e Champions League per estasiare Barcellona, se stesso e il mondo del calcio che lo guarda, e lo ammira. Dicono che Milan e Juventus, fatalmente, si siano lanciate verso questa orbita: allenatore giovane, meglio se debuttante, passato glorioso e vincente da calciatore fra le mura di casa e la stretta necessità di non farsi scappare un’altra volta gli interisti. Verso il quinto scudetto consecutivo.
Tutto s’inquadra, in tal senso. Leonardo è stato un pezzo di vita del Milan e da tempo siede ai vertici societari; Conte e Ferrara sono la storia juventina degli ultimi quindici anni, ricchi di tutto; Blanc – terzo incomodo fra i concorrenti – un po’ meno, ma fa comunque tendenza. Tendenza giovane, rischio calcolato, speranze grandi così. Poi si vedrà.
Si vedrà, innanzitutto, che l’effetto-Guardiola andrebbe retrodatato. Nel senso che non è così come si pensa, è una suggestione che arriva oggi, a Champions conquistata, ma la realtà è che il Milan (Berlusconi) ha promosso Leonardo già a gennaio-febbraio, come vent’anni fa aveva puntato su Arrigo Sacchi e poi Fabio Capello: duplice, e fantastica, invenzione; e la nuova Juve per risorgere si è posta obiettivi in bianconero, riscrivendo il suo recente passato anche per non impegnarsi con tecnici dallo stipendio fuori budget (Spalletti, per dire). E questo non oggi, ma almeno da due-tre mesi.
E allora l’effetto-Guardiola è anche un effetto di comodo, la promozione di una scelta che è lo specchio delle difficoltà dei due grandi club, alle prese con una crisi di risultati e di efficienza che non sospettavano, di un mercato complesso, di campioni in declino e di fenomeni che meditano di scegliersi altre sponde. Dinanzi a un progetto di rinascita che va compiuto quasi daccapo, dopo aver atteso troppo, ed essersi innamorati di quel senso di appartenenza che il calcio di questi anni magari non contempla, o non perdona. E dinanzi a un’Inter – per restare a casa nostra – che domina la scena anche facendo sgomberi di panchina inattesi, come un anno fa, oppure scivolando su un gioco non da applausi, ma sufficiente per stare dinanzi a tutti.
Eccoci così dinanzi alla svolta, panchine giovani, debuttanti o pressappoco, ben sapendo che non è qui che si compiono le scelte decisive per risalire, bensì con scelte di mercato e di campioni che possano colmare le lacune e riportare in alto le big del nostro calcio. Casomai facendo di un tecnico fresco di nomina un allenatore che scriverà memorabili pagine di storia. E ben sapendo che l’effetto-Guardiola è un’illusione, bene che vada una speranza.
Cari amici dello Sport, proprio perquesto motivo, secondo me, vanno attentamente anaizzati tutti i pro ed i contro; e voi, che ne dite? A presto!!!
Fonte :Sportmediaset.it
Gioachino Asti



















