Ha superato crisi amministrative, in pochi giorni si è lasciato alle spalle la sospensione del prefetto e adesso passa anche la prova della mozione di sfiducia, nonostante abbia il divieto di dimora nella sua città il sindaco di Licata, Angelo Graci. Dopo una vigilia ad alta tensione, il Consiglio Comunale non è riuscito a defenestrare il capo dell’amministrazione comunale. Con 16 voti a favore, 8 contrari e 6 assenti, l’assemblea cittadina ha respinto la mozione di sfiducia al Sindaco Graci, presentata dal 20 consiglieri comunali lo scorso 27 novembre. Prima di pervenire alla votazione della mozione, Angelo Rinascente, primo firmatario del documento, lo ha illustrato e motivato, e a tale intervento è seguito un ampio dibattito. Il consigliere Paolo Licata, ha dato lettura di un documento, sottoscritto da otto consiglieri comunali, con il quale ha rigettato, pubblicamente, alcune tesi sostenute, per iscritto, in merito ad un preannunciato scioglimento del consiglio comunale a causa del mancato riequilibrio di bilancio, entro i termini stabiliti dalla norma. Preso atto dell’esito della votazione, i consiglieri Angelo Rinascente, Giovambattista Platamone, Angelo Iacona, ed il neo eletto Mario Marcello Pira, hanno presentato, formalizzandole per iscritto, le proprie dimissioni dalla carica. Così, la seduta è stata sciolta. Già prima, i consiglieri Riccobene e Secchi, erano stati rimpiazzati con i primi dei non eletti nelle stesse liste, ovvero Paolo Bruna e Mario Marcello Pira, consigliere quest’ultimo per poche ore.