Qualche settimana addietro è stata scritta un’ennesima “pagina nera” nella storia del Consiglio Comunale di Agrigento.

Con la discussione su un D.D.L che, prendendo spunto dalla suddivisione in zone operata dal Piano del Parco, si propone di declassare il vincolo archeologico di inedificabilità assoluta in vincolo urbanistico (e quindi aprire a tutti gli effetti la possibilità di una ipotetica sanatoria), si sta provando ancora una volta a lucrare politicamente sulle aspettative degli abusivi della zona A della Valle dei Templi.


Negli anni in tanti hanno provato a costruire le proprie fortune politiche e professionali sfruttando il più grave dei problemi irrisolti della nostra città: consiglieri, deputati, sindaci, azzeccagarbugli di ogni risma. Le vittime di questi comportamenti irresponsabili non sono stati solo gli abusivi, che si sono fidati senza ottenere (come era scontato che fosse) nulla di ciò che veniva promesso, ma soprattutto l’intera comunità cittadina che ha visto ogni volta allontanarsi la possibilità di trovare una soluzione realmente praticabile: l’acquisizione al patrimonio e la contestuale concessione a tempo determinato degli immobili abusivi (a cui dovrebbe seguire la demolizione) o, in alternativa, la delocalizzazione nelle forme in cui si sta prevedendo, ad esempio, nell’ambito del nuovo PRG di Castelvetrano.

Questa volta i solerti consiglieri hanno voluto però nobilitare la loro proposta raccontando che si trattava di un testo scritto o comunque ispirato dall’Ufficio Legislativo e Legale dell’ARS.

Fino a questo momento abbiamo ritenuto di ignorare il voto del consiglio sul DDL perché totalmente privo di effetti e per evitare di nobilitare qualcosa che meritava semplicemente di essere stigmatizzato. Ma vogliamo oggi approfittare della presenza ad Agrigento dell’Assessore Regionale ai BB.CC. Gaetano Armao, che parteciperà oggi pomeriggio al dibattito sul futuro del Parco della Valle, per consentirgli di fugare ogni dubbio su eventuali responsabilità di uffici regionali in questa ennesima bassa speculazione.