Il 10 gennaio scorso erano stati avviati i lavori di ristrutturazione della chiesa più antica della città, dopo che la Protezione civile aveva decretato il finanziamento. Si trattava della chiesa parrocchiale di Gesù e Maria. La somma finanziata era di circa 500 mila euro, che però comprendeva il restauro di altre chiese agrigentine. Purtroppo, i lavori sono stati sospesi per ragioni finanziarie, pare, e gli operai sono stati licenziati. Essi hanno espresso le loro lagnanze e c’è chi ha intenzione di presentare formale ricorso agli organismi preposti. Operai che ora sono in mezzo alla strada. I lavori erano svolti da una ditta messinese. Il tempio religioso, il cui parroco è don Salvatore Paternò, è in precarie condizioni strutturali e necessita quindi di una sistemazione immediata. Sul primo edificio religioso del paese si hanno poche ed incerte notizie tanto da non potere stabilire, con precisione, l’anno di costruzione collocato intorno alla metà del XII secolo, prima della fondazione del paese. La prima costruzione scavata nella roccia collinosa, con l’ingresso a Nord, ora via Montalbo, opposto a quello attuale, costituisce la cripta dell’edificio odierno. Nel 1969 la chiesa è stata restaurata e, purtroppo, deturpata per l’eliminazione di tutti gli altari di legno con doratura e per il rifacimento del soffitto sulla cui volta originaria era un pannello ad olio raffigurante “L’istituzione dell’Eucarestia”. Sull’altare di marmo, completamente rifatto, rimane il quadro ad olio dell’epoca raffigurante Gesù e Maria, attribuito a Domenico Provenzani. Si spera che il tempio religioso torni al suo antico splendore.
Giovanni Blanda