Sono cominciati ieri mattina i primi trasferimenti di migranti da Lampedusa verso la terraferma, dopo i tre sbarchi consecutivi con cinque morti di ieri. Sul traghetto di linea Palladio per Porto Empedocle sono stati imbarcati 60 profughi, oltre ai 107 già trasbordati sulla nave – mentre era in navigazione verso Lampedusa – che erano stati soccorsi in acque libiche dal rimorchiatore Asso 30.

Sull’isola restano ancora un centinaio di immigrati che sono stati ospitati durante la notte in un residence di Cala Creta, visto che il Centro di accoglienza è inagibile dopo l’incendio appiccato da un gruppo di tunisini nel settembre scorso.

Ieri le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia Finanza hanno raccolto complessivamente 273 profughi su tre gommoni, tutti alla deriva e in precarie condizioni, spingendosi fino alle acque di competenza libica per quanto riguarda le operazioni Sar di ricerca e soccorso.

Resta invece ancora aperta la questione del motopesca tunisino “Lofti”, con 74 migranti a bordo tra cui alcune donne, che si trova in acque Sar maltesi. Le autorità de La Valletta hanno ordinato all’equipaggio di fare rotta verso Lampedusa, che è il porto più vicino ma che è stato dichiarato “non sicuro” dal nostro governo.

L’ennesimo scontro diplomatico tra Italia e Malta legato all’emergenza immigrazione che potrebbe risolversi con la decisione di dirottare il peschereccio in Tunisia. Questa mattina, intanto, si è alzato nuovamente in volo un aereo delle Forze Armate maltesi per una ricognizione a Sud del Canale di Sicilia, al confine con le acque libiche, dove era stata segnalata la presenza di altri barconi in navigazione. Uno di questi, secondo le testimonianze di alcuni migranti che avevano telefonato con un satellitare, sarebbe naufragato. Le ricerche, fino ad ora, non hanno dato però alcun esito.