Nella casa dove ha trovato la morte la bella prostituta colombiana Cindy Vanessa Candelo Arroyo, di 25 anni, e dove diverse ragazze sudamericane esercitavano il mestiere più antico del mondo, Mohamed Juda, algerino di 21 anni, e gli altri due complici, entrambi tunisini, già identificati dai carabinieri, c’erano stati altre volte. Ma la notte tra il 18 e il 19 ottobre scorso, non volevano consumare una prestazione sessuale. Sapevano che in quella abitazione al secondo piano di una fatiscente palazzina di via Damareta, c’erano soldi e qualche oggetto in oro da portare via, e lo avrebbero fatto nel modo più semplice possibile: bussando alla porta. Unica briga, coprirsi il volto con dei passamontagna, probabilmente perché sapevano che sarebbero stati riconosciuti. Tramite il racconto di una delle tre connazionali che con Cindy divideva l’appartamento, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Agrigento, hanno ricostruito la rapina finita nel sangue. Sarebbe stata proprio l’amica della vittima a indicare l’algerino finito in carcere alcuni giorni fa, con l’accusa di rapina, violazione di domicilio e possesso di coltello di genere vietato. Riconosciuto dalla voce e dagli indumenti che indossava, gli stessi sequestrati dai carabinieri nell’abitazione al centro storico della città, dove il nordafricano pare avesse stabilito la propria dimora. La testimonianza della connazionale della vittima è risultata determinante per risalire al rapinatore, coinvolto nella morte della Arroyo, poi le successive indagini dei carabinieri hanno permesso di risalire anche agli altri complici, due giovani tunisini, sbandati, senza fissa dimora. La loro posizione è al vaglio. Nei loro confronti ad oggi nessun provvedimento della Procura, < Sappiamo che sono stati in tre, compreso l’arrestato, ma di più non c’è, purtroppo >, è stata la conclusione di questa prima fase investigativa. La dinamica è stata in parte ricostruita dagli inquirenti. I tre extracomunitari hanno colpito, intorno all’una della notte. In quel momento le quattro prostitute erano al lavoro con il solo intimo addosso, aspettando l’arrivo di qualche cliente. Quando Cindy ha aperto la porta i tre sono entrati in casa, Mohamed Juda, armato di coltello, l’avrebbe immobilizzata, la donna però è riuscita a liberarsi, fuggendo in cucina, dove si è affacciata dalla finestra per chiedere aiuto. Raggiunta dall’algerino, improvvisamente la giovane donna è caduta. Un volo di oltre sette metri e uno schianto violentissimo con il suolo risultato fatale per la sudamericana: forse spinta dall’immigrato che cercava di bloccarla, o scivolata accidentalmente come sostiene il sostituto procuratore Antonella Pandolfi, titolare delle indagini. Dunque, rapina finita nel sangue per il magro bottino: appena un gioiello, e qualche euro, pare, una minima parte dell’incasso quotidiano. Nell’interrogatorio di convalida dell’arresto, l’immigrato occhi a terra, è rimasto in silenzio.