Il debito strutturale della Regione siciliana ormai supera la cifra record di 18 miliardi di euro, ai quali bisogna aggiungere altri 7,3 mld di residui passivi contabilizzati a fine 2011. Di fronte a questi numeri, alle rigidità del patto di stabilità, alle previsioni di un aggravamento della crisi economica e delle nuone norme sul pareggio di bilancio, l’amministrazione regionale prevede tra la fine del 2013 e i primi mesi del 2014 il rischio di uno squilibrio dei conti pubblici. A rischio ci sarebbe l’intero sistema Sicilia. Lo scenario emerge da una relazione dell’ assessorato all’Economia redatta a metà ottobre, in possesso dell’ANSA.

La Regione nel 2013, proprio in base al patto di stabilità, potrà autorizzare pagamenti solo per 4,7 miliardi (su un bilancio di 27 mld), 2 mld serviranno per stipendi e pensioni, altri 900milioni per pagare i debiti col sistema finanziario, dunque rimarranno disponibili 1,9 miliardi che non basteranno per pagare precari, forestali, trasferire fondi ai comuni, per il trasporto pubblico locale e per i collegamenti con le isole minori. In più, sempre da questo plafond, la Regione dovrà estrapolare le risorse per cofinanziare i Fas e la spesa comunitaria che l’anno prossimo dovrà raddoppiare. In base alla legge costituzionale 1 del 2012, inoltre dal 2014 la Regione senza il consolidamento del bilancio non potrà più fare ricorso a un ulteriore indebitamento per finanziare gli investimenti, mentre le imprese continuano a vantare crediti per 5 miliardi di euro.