Tre ordinanze di custodia cautelare, una carcere e due agli arresti domiciliari, sono state notificate dalla Guardia di finanza di Agrigento nell’ambito di un’inchiesta su un presunto accordo di cartello tra 161 imprese per l’aggiudicazione di un appalto pubblico. Una quarta indagata è stata sottoposta dal Gip Alberto Davico all’obbligo di presentazione dai carabinieri. Il meccanismo utilizzato, secondo la Procura di Agrigento, era quello del ribasso concordato, che sarebbe stato uguale per tutte le ditte partecipanti: del 7,3152%. L’episodio contestato è antecedente al 2011, prima dell’entrata in vigore di una legge della Regione siciliana, che ha recepito la norma nazione del Codice degli appalti. Nell’ambito della stessa inchiesta, la Procura, con un provvedimento firmato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Giacomo Forte, ha emesso avviso di conclusione indagini per complessivi 34 indagati.
La Finanza ha eseguito anche il sequestro preventivo di quote di una società. Le indagini non sono ancora concluse: sono ancora in corso accertamenti da parte del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle di Agrigento. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata all’imprenditore Nicolò Costanza, legale rappresentante e amministratore unico della Gng Srl. I due provvedimenti restrittivi agli arresti domiciliari a Michelangelo Palumbo, che avrebbe collaborato con l’imprenditore, e al direttore dei lavori, Giacomo Sorce. Al centro dell’inchiesta c’è la presunta turbativa della gara aggiudicata nel 2008 dal Comune di Favara per lavori di consolidamento e riqualificazione degli orti urbani nell’ambito del contratto di quartiere II “Ortus”. Secondo la Procura di Agrigento, le ditte partecipanti avrebbero presentato lo stesso ribasso, così l’appalto è stato sorteggiato tra tutte le imprese, ma, è la tesi dell’accusa, in realtà i lavori sarebbero stati realmente eseguiti anche dalla Gng che ufficialmente era tra quelle escluse, con la “simulazione di un nodo a fredddo e di un contratto di collaborazione fra l’Ati e Costanza in modo da dissimulare la effettiva gestione dell’appalto da parte della Gng”. Accertamenti sono stati eseguiti dalla Procura di Agrigento anche sul Project financing per la progettazione, costruzione e gestione di impianti di dissalazione di acque marine per uso potabile, uno nell’isola di Lampedusa ed uno nell’isola di Linosa e su sub appalti che sarebbero stati concessi per lavori di manutenzione a alloggi dell’Iacp di Agrigento e di riqualificazione urbana in piazza San Giovanni a Bivona.
Trenta, complessivamente le persone indagate: Costanza Nicolò, di Favara 51 anni; Palumbo Michelangelo, di Favara, 46 anni; Borella Benito, di Cadeo (Pc) 77 anni, residente in Messina; Borella Carlo, di Messina, 51 anni; Borella Zelinda, 65 anni di Siracusa e residente in Messina; Composto Stefano, 55 anni di Milazzo, residente in Pace del Mela (Me); Puccio Ignazio, di Porto Empedocle 62 anni; Sorce Giacomo, 52 anni di Favara e residente in Agrigento; Infantino Emanuele, di Agrigento, 42 anni; Infantino Luigi, 37 anni di Agrigento; Nobile Antonella, 46 anni di Favara; D’angelo Giovanni, 43 anni di Messina; Schembri Giuseppe, 59 anni di Favara; La Placa Roberto, di Roma 55 anni e residente in Porto Empedocle; Allevato Alfredo, di Napoli, 52 anni, residente in Cosenza; Iannello Filippo, di Serradifalco, 49 anni; Bonura Cristofero, di Enna, 49 anni, e residente in Valguarnera Caropepe; Iacolino Antonio, di Caltanissetta, 57 anni; Iacolino Calogero, 25 anni di Agrigento; Pagano Maria Maddalena, 40 anni di Palermo; Monteleone Marco, 40 anni di Palermo; Sardelli Catia, di Certaldo (FI) 52 anni, residente in Favara; Sgarito Giuseppe, di Favara 45 anni; Bentivegna Giuseppe, di Piazza Armerina (En), 49 anni; Vitello Giovanni, 46 anni di Favara; Sferlazza Gaetano, di Favara, 45 anni; Fallea Giuseppe, 49 anni di Favara; Di Benedetto Paolo, 50 anni di Favara; Lo Porto Gaetano, 48 anni di Favara; Caruana Assunta, 49anni, nata a ST. Wendel (Germania) e residente in Favara.