La popolare trasmissione della Rai «Uno Mattina» si è occupata ieri della vicenda che riguarda le bollette idriche di Canicattì inviate da «Girgenti Acque». A dare spunto al dibattito in studio, una vecchia vicenda che risale a febbraio del 2012, quando Salvatore Castellano, si era presentato dai carabinieri chiedendo di essere «provocatoriamente» arrestato perché altrimenti avrebbe commesso un gesto inconsulto poiché non veniva a capo di una vicenda che definiva grottesca: la richiesta di pagamento di una bolletta di oltre 110 euro che risale al 2008, che secondo lui non doveva essere versata al gestore delle risorse idriche nella nostra provincia.
In studio a Roma, Salvatore Castellano, presidente del comitato pro ospedale, ha ribadito che quella somma gli viene ad oggi richiesta nonostante non sia allacciato alla rete idrica cittadina e che l’acqua a casa sua arriva con le autobotti. Ai quesiti ha risposto telefonicamente il direttore dell’ufficio utenze della società agrigentina Giandomenico Ponzo.
La fattura richiesta – ha detto Ponzo- riguarda il pagamento delle quote per la fognatura e la depurazione di cui è regolarmente servita la zona dove è ubicata l’utenza del signor Castellano. Quote, occorre precisare, che il signor Castellano ha regolarmente pagato a Girgenti Acque e, presumibilmente, al precedente gestore del Servizio idrico integrato di Canicattì. «Che il signor Castellano non sia allacciato alla rete idrica è noto a Girgenti Acque, – ha concluso Ponzo- ed è per questo che la società non ha mai fatturato alcun consumo di acqua né preteso alcunché in termini economici dall’utente».
Secondo Salvatore Castellano però anche in questo caso vi è una anomalia. Infatti, soltanto a metà del 2011, gli abitanti della palazzina dove risiede l’uomo, hanno deciso di allacciarsi alla rete fognaria cittadina, perché sino a quel periodo, smaltivano le acque nere tramite un pozzetto che veniva costantemente svuotato da camion di ditte specializzate ad effettuare servizi di spurgo.

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