Potrebbe saltare il processo che si sta svolgendo al Tribunale di Caltanissetta per la morte di Giuseppe Cavaleri, 58 anni, di Naro, avvenuta nel maggio 2009 in seguito ad un incidente stradale in contrada Grottarossa, sulla 640 Agrigento- Caltanissetta, in territorio nisseno. Le cause che potrebbero azzerare il processo o addirittura farlo saltare sono emerse durante la prima udienza.
Si tratta di un difetto di notifica a due medici rianimatori imputati ma soprattutto la morte improvvisa di uno dei consulenti nominati dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta che aveva eseguito l’autopsia ed altri accertamenti sulla vittima dell’incidente dichiarati irripetibili. Agli atti, infatti, sono rimaste soltanto le relazioni che erano state stilate dal professionista, su cui però non potranno essere chiesti ed ottenuti chiarimenti all’estensore. Sul banco degli imputati per questo processo che si è aperto venerdì scorso, ci sono 12 persone tra medici e personale in servizio presso il Sant’Elia di Caltanissetta.
Si tratta di Nicola Alberio, Carmelo Angelone, Concetto Cardamone, Giovanni Cinquemani, Rita D’Ippolito, Salvatore Ferrigno, Giuseppe Manta, Antonio Morabito, Cataldo Naro, Francesco Raia, Rosalba Parla ed Angelo Spitale; assistiti dagli avvocati Giacomo Butera, Michele Micalizzi e Francesco Augello. Imputato, anche Barbaro Fusto, 57 anni, di Paternò, comune in provincia di Catania, l’autista del camion con il quale auto della vittima una Bmw si scontro. Tutti sono accusati di omicidio colposo. Secondo i familiari prima e l’autorità giudiziaria in seguito non sarebbero state adeguate le cure e l’assistenza sanitaria prestata a Giuseppe Cavaleri che morì undici giorni dopo il suo ricovero presso la struttura sanitaria nissena. I familiari di Giuseppe Cavaleri nel corso della prima udienza si sono costituiti parte civile assistiti dall’avvocato Angela Porcello di Canicattì.