Quello che è successo nella giornata del 20 c.m. penso che passerà alla storia anche per il solo fatto che per la prima volta in tanti anni di vita repubblicana il Parlamento italiano, a causa di quanto verrà in seguito detto,non è stato in grado di eleggere il Presidente della Repubblica secondo i dettami previsti dalla Carta Costituzionale ed ha proceduto,scegliendo la via meno accidentata,al rinnovo della carica del Presidente uscente ,l’unico al momento in grado di offrire la certezza della massima garanzia dell’unità nazionale in un Paese dilaniato al suo interno da tante divisioni con grave danno,oltretutto,della sua stessa immagine agli occhi degli osservatori internazionali.
I fatti che hanno determinato tale reincarico,anche se costituzionalmente previsto, sono ovviamente sotto gli occhi di tutti e di una tale gravità che non lasciano ben sperare per quanto attende il neo Presidente chiamato a sciogliere ,all’indomani del suo giuramento , il grossissimo ed urgentissimo nodo della creazione di un Governo politico e non più tecnico, capace di dare risposte immediate alle esigenze del popolo italiano , la cui formazione non può essere ulteriormente procrastinata.
Volendo dare ai fatti, ai quali abbiamo assistito in questi ultimi giorni, una chiave di lettura chiara e non inficiata dai soliti preconcetti dettati dall’appartenenza a questo o quell’altro schieramento,a mio modesto avviso, credo che i nostri politici non abbiano saputo,se non addirittura,voluto interpretare al meglio il responso delle urne del febbraio u.s .dal quale non sono usciti ne vinti ne vincitori bensì son venute fuori tre forze,grossomodo uguali se non equivalenti,costrette,ove si intendessero dare risposte concrete alle reali esigenze del Paese, ad aggregarsi tra loro accantonando almeno per una volta la indecente e solita litigiosità che per troppi anni ha condizionato il normale svolgimento della regolare attività del Parlamento.
Personalmente penso che ,dopo il rifiuto grillino, talora formulato in termini oltraggiosi, alla iniziale proposta del Partito democratico,l’unica via percorribile per fornire sul serio risposte immediate ai problemi della povera gente, che soffre anche la fame e qualche volta ricorre persino al suicidio, doveva essere giocoforza quella di fare sin da subito un Governo di larghe intese non lasciando,al contrario, passare così infruttuosamente tanto tempo che poi alla fine,in occasione del rinnovo della più alta carica dello Stato,con la “bruciatura”di personaggi di altissimo spessore,quali Marini e Prodi, i quali tanto avevano fatto in passato per il partito democratico, ha determinato la scissione della gloriosa sinistra italiana e scatenato un’ondata di malcontento nel Paese di non facile gestione.
Certamente sarà vero quello che proclama il Movimento 5 Stelle di Grillo che le persone scelte per la Presidenza della Repubblica, rappresentando la vecchia classe politica,non soddisfano l’esigenza del cambiamento voluto dall’elettorato nell’ultima tornata elettorale ma è altrettanto vero che la personalità proposta da tale Movimento,pur condividendone l’alto spessore,appartiene anch’essa allo stesso mondo e per di più in età alquanto più avanzata.
Se questo è il quadro reale della attuale situazione politica in Italia,finito l’incubo del rinnovo della Presidenza della Repubblica che magari non piacerà ai grillini ma che era,secondo l’opinione dei più, l’unico modo per l’immediata soluzione di un problema tanto difficile,resta da sciogliere,cominciando sin da domani, l’altrettanto grosso ed urgente nodo della formazione di un nuovo Esecutivo da parte delle attuali forze politiche che dovranno fare i conti con una sinistra non tanto affidabile a causa della sua lacerazione interna e che potrebbe,per tale motivo,costituire un ostacolo alla via delle larghe intese ,che sarà magari un inciucio ma che rappresenta al momento l’unica chance per assicurare la governabilità del Paese considerato,peraltro,che sinora il Movimento 5 Stelle,forse sconoscendo le regole su cui si basa la democrazia parlamentare rappresentativa,pur in presenza di tanti suoi eletti,non ha voluto e credo non voglia( ed in ciò commette un grosso errore)assumersi le relative responsabilità preferendo,invece, cavalcare la tigre del malcontento che non porta da nessuna parte.
Al momento penso che sia il caso di formulare l’auspicio che il nuovo,anzi vecchio ma saggio,Presidente sappia trarre,non appena ufficialmente investito delle relative funzioni, le dovute conclusioni da un quadro politico fortemente intrigato e complesso riuscendo ad individuare il personaggio, cui affidare la guida del paese, che sappia, unitamente ad una valida equipe, farlo uscire e con immediatezza dalla lunga embasse, oramai non più tollerabile,attraverso l’adozione di misure legislative che realizzino la fase della crescita senza della quale il Paese scivolerà sempre più nel baratro con gravissime conseguenze negative per tutti.
S.Curcio