via crucisUn nostro affezionato lettore ci invia quanto segue:

Nell’era dell’antipolitica, dell’antiostentazione sembra che altri valori stiano prendendo il sopravvento sulle platealità, sulle icone che eravamo e siamo abituati ad ammirare. Io mi auguro che anche a Canicattì domani, Venerdì Santo, qualcuno possa rinunziare ai primi posti, quelli “riservati”, come nei teatri, e cedere posto e passo ai veri simboli della processione del giorno “più sacro” per la nostra città.


E’ giusto, anzi, credo sia obbligo della politica e delle istituzioni presenziare al rito sacro, partecipare alla processione. Si eviti, però, questa volta, di far quasi soverchiare le Statue dalle Autorità che, come tradizione vuole, sfilano in prima fila in ottemperanza ad un cerimoniale che mai nessuno ha scritto. Basta con quella anacronistica ressa di politici dietro le Vare.

Sarebbe bello se, quest’anno, ai primi posti, accanto al Sindaco, vi fossero i più deboli. Le nuove icone della sofferenza, della solidarietà e dell’integrazione Simbolicamente, inviterei ad occupare tali posti un rumeno, un nordafricano di un centro d’accoglienza, un rappresentante del Volontariato Vincenziano, uno della Caritas Diocesana, uno del Centro Assistenza alla Vita (CAV), uno studente in rappresentanza di tutte le scuole di Canicattì e, perché no?, un cinese. Poi, a seguire, i fedeli, quelli che alla processione ci vanno per devozione. Chiuderei il corteo con i rappresentanti delle istituzioni.

Sarebbe un Venerdì Santo multietnico. Un’antivigilia di Pasqua che riunisca in un unico abbraccio popoli diversi, di religioni diverse. Una processione caratterizzata dall’attualità del disagio, ma anche dalla speranza nel futuro.

In fondo il rito del Venerdì Santo evoca la sofferenza, il dolore dell’uomo quando egli è vittima delle altrui incomprensioni, degli altrui egoismi. Cosa v’è di più bello se non sentirsi accomunati, simbolicamente, dietro l’Emblema cristiano della sofferenza? La sofferenza di chi la porta addosso e l’azione di chi opera per alleviarla agli altri: Cristo e il Cireneo.

Forse in questo modo, anche noi nella lontana Canicattì, avremmo recepito il messaggio che oggi il Papa sta cercando di trasmettere a tutti con il proprio “modus operandi”. La semplicità è la via più breve per arrivare a Dio. I primi si mettano negli ultimi posti facendo accomodare gli ultimi ai primi posti. E’ un bellissimo vano evangelico che ce lo ricorda. Matteo 20,1-16 “16 Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Saranno un bel Venerdì Santo ed una bella Pasqua per tutti.

A proposito, auguri di buona Pasqua a tutti.