Ci preme intervenire sulla diatriba attualmente esistente tra Fita-Cna, Fai-Conftrasporto e Assotir relativa ai rimborsi sui pedaggi autostradali e le lobby che le gestiscono, visto che la questione tocca in modo diretto anche i nostri associati. Queste divergenze non fanno bene alla categoria che continua a spaccarsi invece di compattarsi in un momento così delicato, dopo avere appreso che il Governo intende tagliare il 15% delle agevolazioni sulle accise e che il protocollo del 28 novembre scorso è stato stralciato. Protocollo che, voglio ricordare, non abbiamo né sottoscritto né condiviso, e lo stesso dicasi di Trasportounito, del Movimento Autonomo degli Autotrasportatori (Forconi) e di tutte le sigle siciliane. Nonostante ciò siamo sempre disposti a far fronte comune per dare di nuovo credibilità all’autotrasporto italiano, accantonando tutte le nostre divergenze. Sui pedaggi autostradali, però, la pensiamo esattamente come il Presidente della Fita-Cna: basta con le lobby sotto forma di consorzi o cooperative che speculano dietro la falsa ideologia di possedere così un potere contrattuale maggiore rispetto al singolo; in realtà il singolo, laddove risparmi, deve corrispondere costi per commissioni e spese di gestione che di fatto annullano il beneficio del risparmio. E che dire della speculazione vergognosa sulla formazione, quando tutto fanno tranne che formare? E’ ora di finirla! Anche noi abbiamo consorzi e cooperative di servizio collegate ai sindacati, ma fornisco servizi che non sono oggetto di scaglioni né di alcun tipo di obbligo: l’azienda aderisce liberamente per usufruire dei servizi ma che potrebbe ottenere autonomamente. Questo ragionamento non si può fare con i rimborsi sui pedaggi autostradali che prevedono un target minimo di fatturato, infatti con il sistema a scaglioni attualmente vigente un’impresa non potrebbe accedere al rimborso nemmeno se avesse 16 tir, nemmeno per la percentuale minima del 4,33%. Una impresa di autotrasporto dovrebbe avere un parco veicoli di 416 tir per ottenere la percentuale più alta di rimborso. Nell’Albo degli Autotrasportatori l’85% delle imprese hanno in disponibilità da 1 a 10 camion. Quindi, per ottenere qualcosa, le imprese sono costrette ad associarsi alle grosse cooperative e consorzi del nord che, prima di erogare il rimborso agli autotrasportatori, applicano “commissioni” e “gestioni” che consentono di trattenere buona parte del rimborso che spetterebbe all’impresa di autotrasporto. Il beneficio è quindi tale solo per queste cooperative e consorzi, ma non per gli autotrasportatori. Abbiamo più volte ribadito nei tavoli ministeriali che questo sistema deve essere fermato, che le risorse devono essere accessibili direttamente dagli autotrasportatori senza che siano costretti a passare dalle forche gaudine di cooperative e consorzi o, in alternativa, finalizzare le risorse disponibili per la categoria studiando un sistema di incentivi per il trasporto via mare e via ferro tali da non venire classificati aiuti di Stato, per non scontrarsi con le norme comunitarie. Contrariamente ad alcune associazioni nazionali, che dividono invece di unire, le associazioni siciliane rimangono dell’idea che bisogna far fronte comune e ricompattare l’autotrasporto italiano se vogliamo avere credibilità nei confronti delle nostre imprese…
Salvatore Bella Aitras