accorinti1_0A Messina la decadenza è servita: il sindaco Renato Accorinti è riuscito, in un anno di mandato, ad annichilire la cattiva amministrazione dei suoi predecessori. L’impresa era davvero ardua, tenendo conto che gli avversari erano Francantonio Genovese e Giuseppe Buzzanca, entrambi alla ribalta delle cronache giudiziarie. Eppure, nonostante le buone intenzioni dettate da un opinabile idealismo ad oltranza, la città di Messina si è incanalata verso un degrado che a breve potrebbe risultare irreversibile.

Quotidiana è oramai la conta dei negozi del centro storico che abbassano definitivamente la saracinesca; maldestri esperimenti stradali (come un’isola pedonale strutturata senza cognizione di causa) hanno dato il colpo di grazia a molte attività commerciali. L’asfalto stradale è in fase di disintegrazione: si sprecano le imprecazioni mentre scoppiano i pneumatici. Pericolosissime piste ciclabili, prive di cordoli e adiacenti alle corsie preferenziali degli autobus, restringono le carreggiate del centro città: a uso e consumo non dei ciclisti ma dei motorini.

Semafori presidiati perennemente da gruppi di migranti, appena sbarcati, in cerca di elemosine. Scuole e altri edifici pubblici, seppur temporaneamente, adibiti a centri di prima accoglienza; in tempi di Ebola perdonerete la mia preoccupazione. Per quanto concerne invece la pulizia urbana, nonostante i messinesi hanno pagato una tassa sui rifiuti (Tares) tra le più care d’Italia; direi che stendere un velo pietoso sarebbe un atto di carità immeritato nei confronti dell’attuale amministrazione.

Fabrizio Vinci vinci@usa.com