“Le 3 ex discariche di Siracusa saranno messe definitivamente in sicurezza”. Lo afferma il sindaco, Francesco Italia, che annuncia  la conferenza dei servizi, prevista il 26 novembre, per il nuovo piano di finanziamento finalizzato alla stipula dell’Accordo di programma rafforzato tra Ministero dell’ambiente e Regione. La spesa complessiva prevista per i tre interventi è di 8,5 milioni di euro.
“La gestione post mortem delle ex discariche è sempre stata una spina nel fianco per tante amministrazioni. Oggi, finalmente, grazie ad un lavoro fatto in concertazione con gli enti preposti, è stato compiuto un grande passo avanti che consentirà la chiusura definitiva del capping previsto per Cardona e un piano di indagini che consentirà di avere soluzioni progettuali per le discariche di Santa Panagia e Arenaura che ad oggi rappresentano una grave criticità ambientale per i nostri territori”.
La distribuzione delle somme previste prevede la fetta più consistente per contrada Cardona: 6 milioni 250 mila euro per il completamento della messa in sicurezza permanente. Per l’ex discarica di Arenaura e per Santa Panagia sono previsti, rispettivamente, 1 milione 250 mila e un milione di euro per la caratterizzazione dei siti, la progettazione e la realizzazione degli interventi.
In merito, invece, al caos rifiuti in Sicilia, Legambiente sostiene che ci sono forti pressioni per realizzare gli  inceneritori in Sicilia“.
“La Regione che non programma – dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia –  e in tre anni non ha autorizzato un solo impianto per la gestione virtuosa dei rifiuti; le tre grandi città che non fanno la raccolta differenziata; i cittadini condizionati dalla “sindrome Nimby” (non a casa mia); i sindaci, i deputati regionali, i partiti e i movimenti, che magari presentano perfino disegni di legge sull’economia circolare, pronti a cavalcare e fomentare le proteste dei territori contro qualsiasi impianto per i rifiuti; e chi ne ha più ne metta”.
Zanna non usa mezzi termini: “Diciamola una volta per tutte, tutto questo ci porta dritti dritti ad una semplice soluzione: tra 5/6 anni avremo in Sicilia due “magnifici” inceneritori, la legge lo prevede, il famigerato piano regionale pure, e noi non vogliamo più le discariche. E così dopo 25/30 anni di emergenza la Sicilia adotterà quella soluzione che oramai per tutti è il passato, superata, obsoleta, inutile, improduttiva e dispendiosa, visto che bruciare i rifiuti costa più che portarli in discarica, alla faccia delle TARI più alte d’Italia che paghiamo noi siciliani”