Il cambiamento della destinazione d’uso della zona artigianale è una necessità che ha la città. Un progetto pensato e realizzato 13 anni fa e rimasto lì dormiente perché fin qui non è interessato a nessuno , ci fa porre delle domande. Se poi da osservatori della domenica ci rendiamo conto che in questi 13 anni il mondo è totalmente cambiato ci potremmo anche dare una risposta. Oggi quel luogo sarebbe uno dei tanti luoghi dove Brumotti con la sua bicicletta avrebbe fatto il suo servizio con le quattro frecce accese o dove la Stefania Petix con il suo bassotto avrebbe raccontato l’ennesimo sperpero di denaro diventato discarica.
Questo grazie ai canicattinesi non è accaduto e mentre la politica in questi tredici anni si è fatta i cazzi suoi e i progettisti e l’impresa che lo hanno realizzato si godevano i danari del loro compenso, i canicattinesi con tuta e scarpette declinavano quel luogo in un vero centro sportivo. Di necessità virtù. Non avendo altri luoghi dove andare e aspettando le supercazzole raccontate in questi anni , nel frattempo hanno sfrattato tentativi di discarica a cielo aperto o insediamenti ROM. Oggi in una forma di totale miopia ma anche di sottile sadismo, si emana l’ennesimo bando. Ennesimo perché quelli precedenti sono andati deserti. Stavolta possono partecipare anche aziende con meno di tre anni di attività e i prezzi a saldo.
La speranza di chi indice il bando è quella che l’ignaro artigiano, già di suo, per effetto della crisi prima e del covid dopo alla canna del gas, ignori le criticità di quel terreno fino a poco tempo fa un copioso specchio d’acqua riempito con terreno (per usare una parola gentile) di ogni genere. Se a tutto questo aggiungiamo che un uomo da solo ( con la sua famiglia) in un attacco di esempio civico unico e irripetibile, ha trasformato quella zona in un vero parco sportivo che viene frequentato da bambini a tre anni ad anziani a 90 anni. Un lavoro immane foraggiato dalla riconoscenza di tutta la comunità canicattinese, tranne dall’amministrazione in carica, che mai si premurata di fare visita presso in centro o porre in essere manifestazioni di riconoscenza nei confronti del sig. Russo. Ma poco importa… ci ha pensato la gente. A questo punto pensiamo che la miopia di taluni non debba condizionare ulteriormente il territorio e volendo interpretare i tempi e le necessità sarebbe opportuno mettere in moto un processo di richiesta di cambio di destinazione d’uso a cui allegare un nuovo progetto di sviluppo . Ma questa è un’altra puntata …….

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