Il Comune di Canicattì, in provincia di Agrigento, nel 2004 sciolto per mafia, si avvia alla dichiarazione dello “stato di dissesto”, secondo quanto annunciato in Consiglio comunale dal funzionario dei servizi finanziari e bilancio e dal collegio dei revisori dei conti, concordi nell’attestare l’impossibilità di dar seguito al “piano di riequilibrio” approvato nel marzo 2019 e ancora in attesa del parere di Corte dei conti e Ministero dell’Interno.

L’assessore Fabio Di Benedetto ha parlato di “bomba ad orologeria sotto elezioni”. In ogni caso i responsabili amministrativi e politici dovranno pagare in tutte le sedi”.


Questa dichiarazione può cambiare le sorti di una campagna elettorale che vede due protagonisti del percorso economico di questi anni del comune canicattinese oggi portato a un paventato  dissesto . Cosa rischia la città di Canicattì in caso di dichiarazione di dissesto contemporaneamnete all’elezione di uno dei due ex sindaci?  A questa domanda potrà rispondere solo il tempo e il voto della popolazione