In Italia la spesa per il gioco online ammonta a decine di miliardi di euro. Un aspetto positivo per l’economia statale da un lato, ma dall’altro è forte il timore che più persone possano cadere nel gioco patologico.
I numeri del gambling in Italia
L’enorme offerta sul territorio italiano, dove sono attive più di 5.000 sale specializzate per i giochi pubblici fra sale bingo, centri scommesse e sale con apparecchi da intrattenimento, e oltre 35.000 pubblici esercizi, favorisce la crescita del settore del gioco online. Basti pensare che lo scorso anno sono stati spesi in giochi regolamentati circa 20,7 miliardi di euro così ripartiti: 10,4 in apparecchi da gioco, scommesse, bingo in punti vendita, 6,1 in giochi numerici e lotterie e 4,4 nei giochi online.
Da questa spesa provengono, infatti, circa 11,7 miliardi di gettito erariale (tassazione delle vincite dei giocatori inclusa). Se poi si aggiungono i circa 7-8 miliardi di euro che, purtroppo, provengono dal mercato illegale del gioco d’azzardo, la spesa dei giocatori finale aumenta ulteriormente.
Se si guarda indietro di qualche anno, poi, è evidente quanto, dal 2019 ad oggi, la spesa degli italiani nel gioco online legale autorizzato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è passata da meno del 10% al 21,2% del totale, di cui circa il 53% proviene da slot e poker online come su Betaland Poker, mentre il 38% dalle scommesse.
In merito al profilo dei giocatori, invece, i dati mostrano una maggioranza maschile, con il 52% di uomini e il 41% donne. Nel totale, sono circa l’1,7% i giocatori italiani considerati ad alto rischio patologico.
La grandezza di questi numeri ha ravvivato l’esigenza, già mostrata in passato, di istituire una normativa per tutelare i giocatori e tenerli lontani dalla dipendenza patologica.
Arriva il registro di autoesclusione in Italia
A giugno 2023 è stata presentata a Roma la ricerca con focus la realizzazione di un Registro Unico delle Esclusioni (R.U.E.) del settore dei giochi con vincita in denaro in Italia. L’ADM ha già in vigore un sistema di autoesclusione, ma che fino a poco tempo fa era limitato solamente al gioco online.
Questo nuovo strumento nella lotta al gioco patologico diventa, quindi, uno strumento anche per fare marketing responsabile per il gioco. Nel settore del gioco d’azzardo, infatti, quello del marketing non è un ruolo commerciale ma più di natura sociale, poiché diventa un importante veicolo di orientamento per gli utenti verso un consumo del gioco consapevole, sano, sicuro e basato sull’intrattenimento.
Per prendere questa direzione, il gioco è in grado di adottare delle strategie autoespulsive dedicate ai giocatori patologici, inclusi quelli fragili e a rischio, e inclusive per i giocatori positivi.
Sono tanti gli obiettivi a cui mira il Registro Unico degli Esclusi, come quello di creare un sistema di eteroesclusione di natura amministrativa e non giudiziaria dal momento che, per questo genere di interventi, non è necessario l’intervento di una Autorità giudiziaria. Ma anche il riconoscimento del diritto di partecipazione al procedimento di eteroesclusione da parte del giocatore a rischio patologico.
Obiettivi che vengono integrati alla possibilità già esistente per il giocatore di autoescludersi dal gioco a distanza per un periodo di 30, 60 o 90 giorni, ma anche a tempo indeterminato (con possibilità di revoca dopo sei mesi), secondo quanto stabilito dall’ADM. Periodo necessario a rendere l’esperienza di gioco il più responsabile possibile, durante il quale l’utente non può aprire nuovi conti di gioco a distanza con altri concessionari, non può effettuare scommesse o altri giochi a distanza sui propri conti di gioco aperti presso altri concessionari, ma può prelevare vincite da tutti i suoi conti di gioco aperti e può chiudere i suoi conti di gioco, prelevandone l’eventuale saldo.
Le prime linee guida tracciate l’anno scorso, in questi mesi in Italia stanno prendendo corpo. Il contrasto al gioco patologico e alle dipendenze è di prioritaria importanza, per questo è fondamentale un riordino del comparto del gioco legale che mostri le best practice già in uso – e molto efficaci – in tanti stati europei.
Ad interessarsi all’argomento sono anche gli operatori di gambling sul territorio italiano, il cui ruolo è centrale nella tutela dei consumatori dai rischi del gioco patologico e dall’illegalità. I bookmakers online, ma anche gli operatori fisici, hanno già chiesto di essere messi nelle condizioni di poter agire contro il gioco patologico, con la possibilità di utilizzare strumenti innovativi e tecnologici. Ma anche di ricevere un’adeguata formazione del personale e una corretta comunicazione sociale, entrambe importanti per favorire il gioco consapevole.