La sua detenzione in Francia non consente di celebrare il processo in cui è imputato come presunto capo di una organizzazione criminale che avrebbe gestito il traffico di droga in provincia di Agrigento sgominata nel novembre
del 2006 con l’operazione Bistrot. . E’ la storia del bavarese Giuseppe Alaimo di 51 anni, forse il narco trafficante più ricercato negli ultimi anni. La sua storia inizia nel 2004 quando dopo aver ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari ,sempre a seguito di una condanna per droga, fece perdere le proprie tracce.
La condanna per lui era arrivata perchè la squadra mobile lo aveva trovato nell’auto con 500 grammi di cocaina nascosti all’interno di alcuni barattoli. Da allora si diede alla macchia. Gli investigatori non riuscirono a scovarlo
neppure quando portarono a compimento l’operazione bistrot, con l’arresto di 8 persone accusate di traffico internazionale di cocaina.
Secondo la procura di Agrigento gli otto avrebbero fatto parte di una organizzazione che acquistava la droga dal Belgio e la trasportava in italia a bordo di pulman.
A coordinare il traffico secondo l’accusa sarebbe stato proprio Giusepp Alaimo. La sua posizione in un primo momento era stata definita con il rito
ordinario. In quanto latitante infatti non aveva scelto alcun rito alternativo. Per Alaimo arrivò il rinvio a giudizio in contumacia e venne fissato anche l’inizio della fase dibattimentale. Nel novembre del 2006 i gendarmi
francesi posero fine alla latitanza del bavarese arrestandolo in esecuzione di un mandato di cattura internazionale.
L’arresto pero ha di fatto bloccato la macchina giudiziaria. Infatti gli atti relativi alla posizione dell’uomo nell’ambito del processo bistrot sono tornati all’ufficio gup del tribunale di Agrigento ma l’assenza di Alaimo non
consente di celebrare il processo. La legge italiana infatti consente di processare i latitanti ma non gli imputati detenuti all’estero se non sono presenti in aula. L’ultima udienza era fissata per la settimana scorsa ma è stato deciso un nuovo rinvio e cosi sarà almeno fino al 2010. Infatti Alaimo dovrà scontare in Francia la condanna fino all’aprile del prossimo anno. Prima di allora non è ipotizzabile alcune estradizione.
Il processo di primo grado ai complici di Alaimo si è concluso con la condanna di sette persone e tre assoluzioni.