Vittorio Arrigoni è un attivista per i diritti umani, da più di dieci anni impegnato come volontario in giro per il mondo. Dall’Est Europa all’Africa fino ad arrivare in Palestina e a Gaza, dove tutt’ora vive.
Collaboratore de Il Manifesto, ha raccontato i giorni dell’offensiva israeliana “Piombo fuso” sulla Striscia di Gaza non solo da cronista ma anche da protagonista, impegnato sulle ambulanze palestinesi.
Il suo blog Guerrilla radio, è risultato il più visitato d’Italia nel mese di gennaio 2009. Il motto “Restiamo umani”, con cui firma i pezzi, è apparso sugli striscioni nelle manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese di Assisi e Roma.
In questo libro Vittorio racconta i giorni dell’offensiva israeliana «Piombo fuso», distruttiva, sanguinosa, senza precedenti contro la Striscia, andata avanti dal 27 dicembre al 18 gennaio.
Senza i preziosi resoconti quotidiani di Vittorio, spesso scritti in condizioni difficili, durante i bombardamenti, nei rari internet point dotati di un generatore autonomo di elettricità, nessuno in Italia avrebbe potuto avere una testimonianza diretta di quel bagno di sangue.
Accanto all’impegno di Vittorio, non si può dimenticare il lavoro, eccezionale, svolto dai reporter e dai cameramen palestinesi, quattro dei quali sono rimasti uccisi e altri 35 feriti dai bombardamenti che hanno anche colpito due sedi di giornali ed emittenti radiotelevisive.
L’operazione militare israeliana «Piombo fuso», scattata – secondo la versione ufficiale – per colpire Hamas e bloccare i lanci di razzi da Gaza, e che invece ha ucciso circa 1.300 palestinesi (tra i quali centinaia di donne e bambini) e provocato distruzioni stimate in alcuni miliardi di dollari (i morti israeliani sono stati 13, tre dei quali civili), passerà alla storia anche per le restrizioni imposte al lavoro dei giornalisti stranieri.
La chiusura del valico di Erez, tra Gaza e Israele, ha impedito per tutto il conflitto, alla stampa estera accreditata nello Stato ebraico, di poter entrare nella Striscia e raccontare la guerra in tutti i suoi aspetti.
Per tre settimane a centinaia di giornalisti provenienti da tutto il mondo – secondo cifre non ufficiali, oltre 400 – è stato negato il diritto di cronaca a Gaza e consentito di riferire liberamente soltanto ciò che accadeva nel Sud di Israele, preso di mira dai razzi Qassam e Grad sparati dai palestinesi.
Di ciò che è avvenuto a Gaza, le telecamere di decine di stazioni televisive internazionali hanno potuto mostrare, dalle alture circostanti, le esplosioni in lontananza nelle città e nei villaggi, causate dalle bombe sganciate dagli F-16 e dai colpi dell’artiglieria pesante.
Conosco Vittorio, è un operatore di pace, contro ogni ragione rischia la vita quotidianamente (un sito americano nei giorni dell’attacco a Gaza aveva messo una taglia su di lui) per darci la speranza di un mondo migliore.
Gli articoli che scrivo su Fil di Ferro li chiudo sempre con il motto “Stay Human” per ricordare e ringraziare Vittorio, e gli altri operatori di pace, per tutto quello che quotidianamente fanno.
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