
Lo scudetto interista abbinato allo strapotere mediatico di Mourinho ha completamente destabilizzato le rivali dei campioni d’Italia. Domenica scorsa è stata una domenica bestiale per Milan e Juve, che si sono risvegliati con la maledizione degli ‘zero tituli’ diventata realtà. A Udine i rossoneri, consegnando matematicamente il tricolore ai cugini, hanno acuito il mal di pancia di Berlusconi per la gestione tecnica di Ancelotti.
I bianconeri, in piena crisi di identità dopo due mesi senza vittorie, non hanno trovato di meglio che silurare (a campionato quasi finito) Ranieri. Insomma Ancelotti e Ranieri annientati da Mourinho sul campo ed in panchina. Può sembrare un esagerazione, ma l’esagerazione è un’altra. Ancora più inquietante.
Il Milan e la Juventus che liquidano i propri mister e non hanno pronti i sostituti. Incredibile ma vero.
Non ci sono i nomi per l’alternativa e soprattutto mancano progetti. Naturalmente il calciomercato è già in corso e le trattative avviate senza nessuna supervisione tecnica. Fa specie che il nostro calcio dia questa povera figura di sè. Insomma i disastri non riguardano solo le competizioni europee. Anzi situazioni come quelle in cui si sono cacciate Milan e Juve sono la miglior dimostrazione del perché il nostro calcio sia così arretrato.
Al Milan poi la situazione è paradossale. Ancelotti non vorrebbe mai andarsene da Milanello, i giocatori non vorrebbero mai privarsi di lui, anche in società sono tutti amici di Carletto, ma … Ecco, c’è un ma grosso come una casa e si chiama Silvio Berlusconi. Non si sa bene perché ma il Cavaliere vuole cambiare, vuole un giovane, un emergente in panchina. Ma nessuno sa chi sia… Insomma: “A.A.A. allenatore cercasi disperatamente”…
Ancora più paradossale la situazione a Torino. Cacciato Ranieri dopo averlo difeso a parole per mesi, ci si è affidati al debuttante Ciro Ferrara. Il progetto vale solo per i prossimi 180’. Poi si vedrà a giugno. Ancora Ferrara in attesa di Lippi oppure Conte, o forse Spalletti. Insomma zero titoli e zero pianificazione. Se consideriamo che il calcio è l’ultima industria importante che è rimasta in Italia (e le sue principali società sono gestite così) si capiscono anche molte cose sulle difficoltà che sta attraversando il Belpaese. Cari amici del Bar dello sport, adesso sta per finire il tempo delle chiacchiere e sarà necessario passare ai fatti, ma per farlo, bisognerà avere le idee chiare, altrimenti dalla confusione, c’è il rischio che si possa passare in un attimo al fallimento totale. A presto!!!
Gioachino Asti



















