È stato letto questa mattina il dispositivo di sentenza al processo che si è celebrato con il rito abbreviato a carico di cinque imputati implicati nell’operazione che la finanza fece scattare all’inizio del 2009 tra Licata e Canicattì. Il giudice per le udienze preliminari Luca D’Addario ha condannato Andrea Barletta, a quattro anni e due mesi di reclusione, Radu Gicu a tre anni e quattro mesi, Maurizio Li Calzi a quattro anni e Giuseppe Lupo a due anni. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Salvaggio, Nocera e Romano, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, ha preannunciato ricorso in appello. Per il canicattinese Gioacchino Amato, difeso dall’avvocato Calogero Meli e per il quale il pm aveva chiesto quattro anni, è stata sentenziata l’assoluzione. I cinque imputati sono meno di un terzo delle persone finite nell’inchiesta nome in codice “Night White” scattata tra Canicattì, Naro, Licata, Palma di Montechiaro, Mazara del Vallo e Palermo. Le cimici della finanza captavano termini come “Bmw” e “maglietta”, che secondo l’accusa stavano ad indicare cocaina e hashish. Oltre al contrasto di sostanze stupefacenti, le indagini puntarono l’attenzione su reati come lo sfruttamento della prostituzione. Per gli assuntori più generosi infatti era previsto un trattamento di favore nei rapporti con ragazze dell’Est europeo che lavoravano in alcuni night di Licata. I locali notturni della città marinara sembravano vivere una stagione felice in quel momento. Le perplessità degli inquirenti iniziarono dopo un primo arresto che venne eseguito nel 2006 quando in un locale licatese affiorarono da sotto terra, 250 grammi di hashish, 28 di marijuana, 70 grammi di sostanza da taglio, e sette mila euro in contanti.