Botta e risposta tra Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi sul caso Sicilia nel corso di un dibattito conclusivo di una tre giorni dei ‘bindianì a Milano Marittima. “Credo che noi – ha spiegato Bersani – di fronte a questa radicale novità politica se ci ritraessimo e dicessimo che non ci interessa, faremmo una operazione che sarebbe ancora più difficile da sostenere. A un certo punto il partito, se è sicuro di sè, può dominare qualche passaggio problematico e rischioso, e vedere se da lì possono nascere condizioni per un giro di passo in una regione come quella siciliana che è sempre stata un granaio del centrodestra”.
Alle parole del segretario ha replicato la presidente del Pd: “Prendiamo atto del fatto che la Sicilia non è un laboratorio politico – ha detto Rosy Bindi – ma Lombardo è un personaggio su cui pendono interrogativi politico-giudiziari molto seri. Uno che esprime una concezione del potere rispetto al quale noi siamo nettamente alternativi. Lui appartiene a quella prima Repubblica che ha preparato il disastro di questi anni. E Dio non voglia che arrivino elezioni politiche perché allora cosa fa? In Sicilia con noi e a Roma con il centrodestra? Ti consegno queste preoccupazioni”, ha concluso la Bindi rivolta a Bersani, sottolineando la necessità di una “grande vigilanza”.
Una linea sui cui il segretario si è subito dichiarato d’accordo: “Sono favorevole a una operazione di largo coinvolgimento nella vigilanza del partito, bisogna attivare il partito per questo”.
fonte lasicilia