Croci celtiche e svastiche accompagnate da scritte offensive contro gli extracomunitari sono comparse stamattina ad Agrigento davanti alla Mensa della solidarietà, gestita dalla Caritas, in via Gioeni e sulla saracinesca di una macelleria di piazza Ravanusella. Ad accompagnare le scritte “Neri di merda” e “Neri fate puzza” la scritta “L’Italia agli italiani”. Sul posto è intervenuta la polizia, che ha avviato le indagini. La responsabile della mensa, suor Maria Grazia Pellitteri, ha detto che “si tratta di una bravata, di un gesto vandalico che non ci fermerà, ma anzi ci sprona ad andare avanti in questa direzione prendendoci cura di chi ha bisogno, siano essi extracomunitari o italiani”. Le scritte sono state cancellate da un gruppo di scout di Racalmuto giunti ad Agrigento per trascorrere una giornata a contatto con gli immigrati e le persone indigenti presenti in città. Scritte contro la comunità musulmana sono comparse anche in piazza Ravanusella, sulla saracinesca e sui muri di una macelleria gestita da un cittadino marocchino.


Video © AgTV

Il gruppo 283 di Agrigento di Amnesty International manifesta il proprio disgusto per gli atti a sfondo razzista avvenuti ieri notte ad Agrigento e ricorda che l’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce per ogni individuo il diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato, senza per questo essere fatto oggetto di azioni contro la dignità della persona. Si augura che sempre possano prevalere principi di tolleranza e di non discriminazione. “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.” (Articolo 1 – Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)

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Foto © AgFlash

I Giovani Comunisti esprimono totale vicinanza al titolare della macelleria di via Empedocle e alla mensa della solidarietà di Agrigento per quanto accaduto la scorsa notte. Condannano il vile atto intimidatorio ed affermano che non permetteranno che in provincia certe azioni passino sotto silenzio. “Agrigento è ed è sempre stata multiculturale, anzi è nata dall’incontro di culture e civiltà diverse, ricordando che il patrono della città, che in tanti adorano ( forse compresi i giovanotti in questione) altri non è che un immigrato, San Calò è nero…non abbronzato come qualche noto umorista ha recentemente sentenziato! Le modalità attraverso le quali è avvenuto il raid testimoniano ancora una volta che la violenza fascista e razzista, oltre ad essere pericolosa e spregevole, è anche tipicamente vigliacca. Il clima di paura e violenza verso lo straniero alimentato oggi in Italia da più parti, non ha risparmiato neanche Agrigento. Il martellamento mediatico di criminalizzazione, unito alle recenti leggi sull’immigrazione, che vedono l’immigrato come un pericoloso criminale da scacciare immediatamente o da rinchiudere preventivamente in moderni laeger, ha, a nostro avviso, legittimato, o comunque dato man forte, al sorgere di comportamenti razzisti, compresi quelli di alcuni giovani agrigentini, i quali si sono sentiti in diritto di andare in giro ad imbrattare la città, i luoghi di lavoro o di aiuto alle persone più deboli. Tutto ciò dimostra che negli anni le modalità di azione dei “ rampanti giovani” xenofobi non sono cambiate, dimostrando ancora una volta la loro meschinità nel prendersela con il diverso, con l’immigrato e persino con chi ogni giorno si adopera per cercare di garantire loro un’esistenza più dignitosa. Non vogliamo che l’azione di questa notte passi in sordina, come la bravata di ragazzini annoiati, dobbiamo avere il coraggio di dare un peso a quest’azione gridando con forza il nostro totale disprezzo nei confronti di qualunque forma di razzismo. Giovani agrigentini su la testa!”